Nagorno Karabakh. Scontri tra armeni e azeri, 7 morti

di Angelo Gambella

Situazione di calma relativa oggi al confine tra Armenia e Azerbaijan dopo gli scontri di ieri, quando le forze azere e quelle armene si sono affrontate con armi leggere nelle vicinanze del villaggio armeno di Tegh.
A seguito della guerra del 2020 l’Azerbaijan ha ripreso il controllo delle sette province azere che aveva perso nel conflitto dei primi anni Novanta, nonché di una parte del territorio dell’autoproclamata Repubblica dell’Artsakh sostenuta dall’Armenia. Da allora si registrano scaramucce, specialmente presso il corridoio di Lachin dove sono presenti forze russe (complessivamente 2mila militari) per il mantenimento della pace, ma è tutto il confine dell’Azerbaijan con l’Armenia e con l’Artsakh ad essere costantemente a rischio di focolai.
Il bilancio delle vittime delle sparatorie di ieri è di 7 morti, 4 militari armeni e 3 azeri, nonché di alcuni feriti. Armenia e Azerbaijan si stanno accusando a vicenda per gli scontri a fuoco, e una nota del ministero degli Esteri di Baku riferisce di “provocazioni”, sottolineando che “unità delle forze armate dell’Armenia dalla direzione dell’insediamento di Digh (Tegh) del distretto di Gorus hanno sottoposto a fuoco intenso le posizioni opposte dell’esercito dell’Azerbaigian, di stanza nella direzione del distretto di Lachin”. “Il fatto – continua il comunicato – che tali provocazioni da parte dell’Armenia abbiano avuto luogo a fronte di serie richieste di negoziati su un accordo di pace da parte della comunità internazionale, dimostra che l’Armenia non è interessata al processo di pace. (…) Le provocazioni dell’Armenia contro l’Azerbaigian violando le norme e i principi del diritto internazionale, non solo violano l’integrità territoriale e la sovranità dell’Azerbaigian, ma minacciano anche seriamente la pace e la sicurezza regionali”.
Ovviamente contrapposta la versione armena, secondo cui “le unità delle forze armate azere hanno aperto il fuoco contro membri delle forze armate armene che stavano svolgendo lavori di ingegneria in direzione del villaggio di Tegh nella regione armena di Syunik, al confine con l’Azerbaigian”.
La polizia militare russa fa sapere che in giornata ci sono state 4 violazioni della tregua senza provocare vittime.
Il presidente armeno Vahagn Khachaturyan su indicazione del primo ministro Nikol Pashinyan ha rimosso il comandante delle guardie di frontiera.
I precedenti scontri di media intensità si sono registrati lo scorso settembre, con quasi 300 morti.