di Anceo Agostini –
L’eventualità di un graduale disimpegno degli USA nella NATO e nelle faccende europee era stata da tempo preventivata dagli alleati europei. L’adesione di due Paesi tradizionalmente neutrali come la Svezia e la Finlandia alla NATO ha consentito non solo l’allargamento dell’alleanza sul fronte nordorientale, ma anche creato i presupposti per un possibile blocco totale del Mar Baltico. Oggi tutti i Paesi che si affacciano sul Baltico, cioè Danimarca, Germania, Polonia, Lituania, Lettonia ed Estonia a sud, Finlandia e Svezia a nord, fanno parte della NATO e sono in grado di bloccare i porti russi di San Pietroburgo e dell’exclave russa di Kaliningrad. E questo allargamento della Nato a Svezia e Finlandia è stato perlomeno tempestivo perché’, come ha ammesso il Presidente finlandese Alexander Stubb in una recente intervista al Financial Times, “se dovessimo chiedere l’adesione alla Nato in questo momento insieme alla Svezia, non sono sicuro che l’avremmo ottenuta”.
Probabilmente non è casuale che le adesioni della Finlandia (31 marzo 2023) e della Svezia (7 marzo 2024) siano state precedute e seguite da una brusca intensificazione della tensione tra Europa e Russia nell’area del Baltico.
Un anno dopo l’attentato che nel settembre 2022 aveva messo completamente fuori uso il gasdotto Nord Stream-2 e una condotta del Nord Stream-1, i fondali del Mar Baltico erano tornati di nuovo alla ribalta dei media internazionali. E non si trattava di nuovi risvolti nelle tre indagini separate condotte dalle procure di Germania, Svezia e Danimarca, che dopo essersi rassegnate all’impossibilità di incastrare Putin, si erano praticamente arenate, bensì di un nuovo incidente.
Nella notte tra il 7 e l’8 di ottobre 2023 gli operatori estone e finlandese gestori del gasdotto Balticconector che collega i due Paesi avevano rilevato una perdita di pressione nella parte sottomarina in acque finlandesi. Era emerso che sia la condotta che il cavo trasmissione dati collegato all’impianto erano stati tranciati mettendo fuori uso il gasdotto. Il riflesso condizionato della Finlandia, appena entrata a far parte dell’Alleanza Atlantica, è stato quello di sospettare un sabotaggio da parte della Russia, tanto piu’ nell’area era stata avvistata la nave oceanografica russa Sibiryakov. La NATO era stata immediatamente allertata dal presidente finlandese Sauli Niinistö a cui Stoltenberg aveva assicurato il massimo appoggio e sostegno nelle indagini. Solo in un secondo momento venne avanzata l’ipotesi che il gasdotto potesse essere stato tranciato dall’ancora della nave portacontainer cinese “Newnew Polar Bear”.
L’anno successivo, 17 e 18 novembre 2024 si sono verificati due nuovi incidenti, sono stati tranciati due cavi ottici per la trasmissione dati che collegavano rispettivamente la Lituania con la Svezia e la Germania con la Finlandia. Nonostante le indagini portassero ad attribuire le cause dell’incidente a un mercantile cinese, Yi Peng 3 salpato dal porto russo di Ust-Luga, a nord di San Pietroburgo e diretto a Port Said nel Mediterraneo, le autorità dei Paesi interessati avevano ribadito la tesi di un sabotaggio da parte della Russia, e che il capitano della nave avrebbe compiuto il gesto su incarico dei servizi segreti russi.
Il 25 dicembre dello stesso anno sono stati danneggiati i cavi sottomarini elettrici Estlink-2 che collegano Estonia e Finlandia. In questo caso la pronta reazione della polizia finlandese intervenuta con elicotteri e motovedette ha permesso di prendere il “colpevole” con le mani nel sacco, la petroliera Eagle S sospettata di far parte della “flotta ombra” russa. Nell’intervista sopracitata il presidente finlandese con orgoglio descriveva l’operazione “Quello che hanno fatto le nostre autorità è diventato il modello finlandese. Il settore privato, fornitore del cavo dati, ha informato le autorità entro un’ora. Le autorità hanno individuato due possibili navi, poi sono giunte alla conclusione che doveva trattarsi di una di esse, hanno fatto intervenire la guardia di frontiera, alcuni elicotteri e hanno detto: la vostra ancora si sta trascinando, per favore fermatevi, il che è stato molto importante perché a 12 minuti da lì ci sarebbe stata un massacro ancora peggiore con i connettori del Baltico e altri. Poi hanno potuto chiedere alla nave di spostarsi nelle acque territoriali finlandesi, salire a bordo e poi attraccarla per le indagini. Sono cose che succedono. Naturalmente, alcuni di essi possono essere dovuti a incidenti, altri a sabotaggi, ma la maggior parte è dovuta al fatto che c’è una flotta ombra che fornisce, ad esempio, petrolio russo in base a diversi tipi di accordi. E queste imbarcazioni sono vecchie. Stiamo quindi cercando di prevenire questo fenomeno”.
Il susseguirsi di questi incidenti presentati dai pubblici ufficiali e dai mass media come sabotaggi russi è molto strano, ma è servito da piattaforma di lancio per la prima missione NATO del neosegretario Rutte, la “Baltic Sentry”, iniziata il 13 gennaio 2025 e volta a prevenire minacce ad asset strategici come cavi internet e gasdotti. Non può essere considerata una mera coincidenza nemmeno la scelta europea di chiamare l’estone Kaja Kallas, nota per le sue posizioni russofobe, a ricoprire la carica di Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza. Peraltro, in merito all’argomento, un recente articolo del Washington Post riporta: “un consenso emergente tra i servizi di sicurezza statunitensi ed europei ritiene che la causa dei danni alle linee energetiche e di comunicazione del fondale marino del Baltico siano stati incidenti … L’opinione emergente tra le agenzie di spionaggio occidentali, secondo cui gli incidenti – e non la Russia – sono probabilmente responsabili dei danni sottomarini, è stata respinta da alcuni critici della Russia… Il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius ha definito “sabotaggio” l’incidente causato dal trascinamento dell’ancora a novembre e ha detto che “nessuno crede che questi cavi siano stati tranciati accidentalmente”. Settimane dopo, il presidente finlandese Alexander Stubb ha detto che l’incidente avvenuto il giorno di Natale era “sicuramente” legato alla Russia”.
Va rilevato che il Golfo di Finlandia ha una larghezza che varia da 70 a 100 km. In base alle convenzioni internazionali che regolano le acque territoriali (prevedono la sovranità dello Stato costiero su una fascia di 12 miglia marine e diritti di controllo su ulteriori 12 miglia di zona contigua) l’Estonia a sud e la Finlandia a nord possono interdire il passaggio e sottoporre a controllo ed eventualmente arrestare le navi russe anche nel caso in cui si sospetti che le navi possano rappresentare un pericolo di inquinamento. È proprio questo pretesto “ecologico” a cui, nella sua ultima affermazione, d’intesa con il collega estone, intenderebbe ricorrere il presidente finlandese.
C’è da augurarsi che tra gli alleati baltici prevalga il buon senso, perché i Russi hanno il vizio di commemorare ogni anno le centinaia di migliaia di vittime dell’assedio di Leningrado durato 872 giorni. E potrebbe essere la volta che il leningradese Putin perda le staffe.
O forse è proprio quello che vogliono?
Domenica 26 gennaio il Centro radiotelevisivo di Stato lettone (LVRTC) ha denunciato un’interruzione dei servizi di trasmissione dati tra Ventspils e Gotland. Il cavo danneggiato si troverebbe a più di 50 metri di profondità. La Marina si è messa in contatto con gli alleati della NATO, tra cui la Svezia, in merito all’incidente ed è in corso uno scambio di informazioni. Il primo ministro Evika Siliņa (Nuova Unità) ha convocato una riunione dei ministeri e dei servizi responsabili dell’incidente. Il primo ministro ha sottolineato che la Lettonia continua a collaborare con la NATO e i Paesi del Mar Baltico per chiarire le circostanze e indagare sull’accaduto. Una nave pattuglia della Marina ha ispezionato l’area del possibile danno al cavo e ha anche ispezionato “Michalis San.” L’imbarcazione risulta essere in rotta verso la Russia. La Marina non ha rilevato alcuna attività sospetta a bordo o danni all’ancora. Ma la NBS continua ad analizzare i movimenti di altre navi nella zona ed è in contatto con gli alleati della NATO.