Nave Trieste: la futura ammiraglia della Marina Militare

di Andrea Grelloni * –

Il 25 maggio 2019, nel corso di una straordinaria cerimonia esaltata dalla presenza del vertice politico-militare della Repubblica Italiana, presso lo stabilimento navale di Fincantieri a Castellamare di Stabia è stato eseguito il varo della nuova portaerei italiana e futura ammiraglia della flotta militare italiana, ribattezzata con il nome di Trieste in segno di affettiva riconoscenza alla città dell’alto Adriatico con alle spalle una prestigiosa tradizione legata al mare.
La sua realizzazione rientra nel quadro del programma navale di rinnovamento della flotta, fortemente sostenuto dall’ex CSMM De Giorgi ed avviato a partire dalla legge di stabilità per il 2014 “al fine di assicurare il mantenimento di adeguate capacità nel settore marittimo a tutela degli interessi di difesa nazionale”.
Per il momento nave Trieste non potrà essere messa in linea in quanto devono essere ultimati i lavori di allestimento dei sistemi d’arma e delle componentistiche radar da parte di Leonardo, e la sua definitiva consegna è prevista per il 2022.
Entrando nel merito dei dettagli tecnici, la Trieste (distintivo ottico L 9890) è un’unità LHD (Landing Helicopter Dock) configurata per l’espletamento delle missioni di volo e lo sbarco anfibio, ha una lunghezza di 214 metri estendibili fino a 245 metri, un dislocamento pari a 30mila tonnellate (in condizioni di pieno carico può arrivare intorno le 33mila tonnellate) e dispone di un sistema di propulsione CODLOG (combined diesel electric or gas) in grado di sospingerla ad una velocità massima di 25 nodi.
Per via delle sue ragguardevoli dimensioni strutturali rappresenta l’unità di superficie italiana più imponente che sia mai stata progettata dal secondo dopoguerra in avanti e pertanto costituisce un grande successo realizzativo per la Marina Militare e l’industria navale nazionale, ed in particolare Fincantieri che ha messo in essere il progetto.
La conduzione delle operazioni aeree è assicurata da un ponte di volo, caratterizzato da una lunghezza di 230 mt ed una larghezza di 36 mt, che permette il dispiego di elicotteri, ma anche di aeromobili V/STOL come gli F35-B, grazie all’integrazione di uno sky-jump per agevolare il decollo.
Dalla parte di prua è invece presente un bacino allagabile delle dimensioni 50x15mt, adibito all’imbarco dei mezzi anfibi d’assalto della marina italiana e delle marine NATO potendo così agire in un contesto di interoperabilità.
Inoltre, per quanto concerne le capacità di trasporto, un garage di 4500m², permette di poter sistemare un considerevole quantitativo di veicoli sia gommati che cingolati, nonché ospitare una forza reggimentale da sbarco di 600 uomini, specificamente gli uomini della Brigata San Marco.
I sistemi d’arma con cui sarà equipaggiata saranno tre cannoni Otobreda 76/62 (Super Rapido MF Davide), tre torrette mitragliatrici Oto Melara KBA 25/80 con controllo remoto e 2 lanciarazzi OTO Melara ODLS-20. In aggiunta, sarà attrezzata anche di 2 lanciatori verticali (VLS Sylver) formati da 8 celle e con una disponibilità di 16 missili Aster 15/30.
Allo stesso modo l’impiantistica radar risulterà costituita da sistemi all’avanguardia tecnologica.
Dal punto di vista dell’impiego operativo, per mezzo del suo assetto multiruolo e delle sue capacità dual use è in grado di assolvere una molteplicità di compiti, anche in maniera simultanea, di carattere sia militare che civile, operando in contesti geografici nazionali, regionali ed internazionali.
Date le sue caratteristiche militari la sua principale missione è la proiezione di forza dal mare tramite operazioni di tipo aereo e di sbarco anfibio, ma anche operazioni di tipo logistico come il trasporto di mezzi, uomini e materiali.
Al suo interno è stata predisposta anche una struttura ospedaliera con apposite sale operatorie e stanze per la lunga degenza, che verrà integrata con personale medico imbarcato specializzato nel prestare servizi di primo soccorso ed effettuare interventi di vario genere.
Inoltre potrà prontamente intervenire nei casi di crisi umanitaria, di calamità naturali e in situazioni di emergenza svolgendo attività che rientrano nelle funzioni della protezione civile, quali la fornitura di beni di prima necessità e di medicinali, l’erogazione di energia elettrica e il soccorso medico-sanitario. Nei casi più gravi sarà anche capace di predisporre operazioni di evacuazione di civili dalla terraferma.
Una volta che la Trieste diventerà a tutti gli effetti operativa concorrerà, insieme alla portaerei Cavour e alle altre unità navali della Marina Militare, a ritrovare quella forza e quel prestigio di cui l’Italia necessita per stabilire un ruolo strategico di primo piano nel Mediterraneo.

* Laureato in Relazioni Internazionali-curriculum studi strategici presso l’Università degli Studi Perugia; analista di strategia militare, in particolare marittima, ed esperto nelle tematiche attinenti la politica NATO.