New York, 5 mag 22 – Mostra fotografica e multimediale sul Karabakh, la regione delle città fantasma

Fotografie e video di Fabrizio Conti.

A cura di Angelo Bucarelli

Solo trent’anni fa Agdam, in Azerbaijan, contava sessantamila abitanti. C’era un teatro, un cinema, un aeroporto. Ora è una distesa di edifici ridotti a cumuli di macerie in cui la natura ha preso il sopravvento e segni della vita che fu occhieggiano qui e là ai rarissimi visitatori. Tutto questo ha colpito Fabrizio Conti – creativo, regista, documentarista e uomo di comunicazione – che ha scelto di addentrarsi in questo luogo misterioso, pericoloso, a tratti irraggiungibile. Il suo intento era quello di fissare per immagini la distruzione e la disperazione che segue le belligeranze infinite, nonché la sopravvivenza desolante di luoghi abbandonati dall’uomo perché – la fine catastrofica di insediamenti urbanistici creati nei secoli per formare collettività – lascia, dopo la furia bellica, musei a cielo aperto a testimonianza perenne della crudeltà dei conflitti. Il progetto di Conti è dunque ampio: Agdam e il territorio del Karabakh, dove anche altri villaggi sono stati abbandonati, è solo il primo dei reportage che avranno come fil rouge le città fantasma sparse per il mondo.

“Ho visitato Agdam per la prima volta nel febbraio del 2021; volevo far partire il mio progetto proprio da lì. Il territorio è minato e per questa ragione sono stato scortato dall’Ana che smina il territorio . Difficile raccontare a parole quello che ho visto la prima volta che sono entrato in quella che era una fiorente città; per questo, forse, ho voluto lasciar “parlare” le mie fotografie e le riprese, che raccontano della sistematica distruzione – durante l’occupazione armena – che ha progressivamente cancellato la vita fino a rendere Agdam la più grande città fantasma del mondo” racconta Fabrizio Conti.

Un urbicidio, dunque, e infatti la mostra paga omaggio, sin dal titolo, alla più famosa delle sistematiche distruzioni della storia, quella di Cartagine, che osò sfidare Roma. D’altronde lo scopo del disfacimento di Agdam è il medesimo: impedire alle popolazioni Azerbaijane di tornare ad abitare le loro città.

“Quando Fabrizio Conti decise di visitare Agdam – rammenta il curatore Angelo Bucarelli – per dare il suo contributo e rendere omaggio e ravvivare la memoria del Karabakh si avviò verso il silenzio della città abbandonata sfidando il pericolo costituito dalle mine sparse ovunque. Oggi quel territorio non ha segreti per lui che, in un anno e mezzo, ha intervistato i locali, fotografato, filmato, sempre immerso nella sua missione. Il materiale raccolto da Conti non rivela esclusivamente una capacità narrativa ma anche un’attitudine artistica nel mettere insieme ogni singola immagine come un quadro che non necessita di alcun ritocco.

Queste doti hanno fatto sì che la mostra “Agdam delenda est” – aggiunge Bucarelli – rappresenti, anche in virtù di applicazioni tecnologiche che Fabrizio gestisce alla perfezione, un viaggio sia virtuale che intimo.”

La mostra sarà aperta e visitabile esclusivamente nel giorno 5 maggio, dalle 17,00 alle 21,00 Disponibile il catalogo dell’intero reportage di Fabrizio Conti e le 25 foto esposte saranno inoltre disponibili e in vendita anche in versione NFT sulla piattaforma (FabrizioConti su OpenSea).

Note biografiche:
Fabrizio Conti, romano, creativo a tutto tondo, cittadino del mondo, è un comunicatore raffinato, appassionato e fantasioso con grande conoscenza delle tecnologie messe a disposizione dal mondo contemporaneo. Ha curato grandi eventi e progetti per le istituzioni e i brand più importanti del mondo.

Angelo Bucarelli, è curatore e organizzatore a livello internazionale di eventi e programmi culturali, con una particolare sensibilità ai valori della comunicazione. Si è formato tra l’Italia e gli Stati Uniti dove ha assistito allo scenario artistico e culturale collaborando con i grandi protagonisti del mondo dell’arte.