Niger. L’Unione Europea richiama l’ambasciatore dopo accuse di mala gestione

di Giuseppe Gagliano –

La Commissione europea ha deciso di richiamare il proprio rappresentante in Niger dopo che la giunta militare al potere ha accusato la delegazione europea di gestione non trasparente degli aiuti umanitari destinati alle vittime delle inondazioni. Le autorità nigerine hanno dichiarato che un fondo di 1,3 milioni di euro è stato distribuito tra diverse Ong internazionali senza il coinvolgimento del governo locale. A seguito di queste accuse è stato ordinato un audit sulla gestione dei fondi.
Il Servizio europeo per l’azione esterna ha respinto le accuse definendole infondate e ha richiamato il proprio ambasciatore per consultazioni a Bruxelles. La situazione in Niger si inserisce in un contesto geopolitico complesso segnato dal colpo di Stato del 26 luglio 2023, che ha portato al potere una giunta militare. Questo evento ha segnato una rottura significativa nelle relazioni tra il Niger e i suoi tradizionali alleati occidentali, in particolare la Francia, le cui truppe sono state costrette a ritirarsi dal Paese entro il 22 dicembre.
La giunta nigerina ha seguito l’esempio di Burkina Faso e Mali, altri Stati della regione che dopo colpi di Stato simili hanno reciso i legami di sicurezza con Parigi. Questa evoluzione politica e militare riflette un più ampio movimento di riposizionamento strategico in Africa occidentale dove le giunte militari di Mali, Burkina Faso e Niger hanno recentemente deciso di ritirarsi dalla Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (ECOWAS), dalla quale erano stati comunque sospesi. Tale decisione è stata giustificata come una scelta sovrana per rispondere alle sanzioni imposte dall’ECOWAS in seguito ai colpi di Stato nei rispettivi Paesi. Questo rappresenta un colpo significativo alla stabilità regionale e un cambiamento negli equilibri di potere. Il Niger aveva tradizionalmente svolto un ruolo cruciale come partner chiave di Francia e Stati Uniti per il contrasto ai gruppi jihadisti legati ad al-Qaeda e allo Stato islamico che operano nel Sahel. Con la rottura dei rapporti con Parigi e il progressivo rafforzamento dei legami con attori alternativi come la Russia e la Cina, il Niger si allontana dalle sue precedenti alleanze strategiche. Questo crea un vuoto di potere nella lotta contro il terrorismo nella regione, aggravando una crisi umanitaria già drammatica con milioni di sfollati e migliaia di vittime.
Va detto che la Francia aveva nel Niger il primo fornitore di uranio per le proprie centrali nucleari, e che a fronte di decenni di sfruttamento delle risorse minerarie da parte di Usa e Francia attraverso governi fantoccio fatti di politici corrotti, la popolazione ha continuato ad essere tra le più povere del mondo.
Le tensioni con l’Unione Europea mettono ulteriormente in evidenza le difficoltà di cooperazione tra i Paesi africani e gli attori occidentali, con l’accusa da parte delle giunte militari di un approccio paternalistico e non rispettoso della sovranità nazionale. Questo contesto geopolitico si colloca all’interno di un più ampio ripensamento delle relazioni tra Africa e occidente mentre emergono nuove dinamiche di alleanze e influenze che coinvolgono potenze globali come Cina e Russia.