di Giuseppe Gagliano –
Negli ultimi anni il nord-ovest della Nigeria è diventato il teatro di crescenti attività terroristiche, con l’emergere di un nuovo attore: i jihadisti del gruppo Lakurawa. Questo gruppo, composto da militanti provenienti da Mali, Burkina Faso e Ciad, ha iniziato ad operare segretamente nella regione di Sokoto dal 2018, ma negli ultimi mesi ha intensificato le sue attività attirando l’attenzione delle forze di sicurezza nigeriane.
Il maggiore generale Edward Buba, portavoce della difesa nigeriana, ha confermato nei giorni scorsi novembre 2024 che i Lakurawa sono ora attivi nei pressi del corridoio che collega la Nigeria con la Repubblica del Niger. Questo sviluppo ha sollevato notevoli preoccupazioni per la sicurezza nazionale, soprattutto in un’area già vulnerabile a incursioni terroristiche e attività criminali.
Secondo Buba il gruppo Lakurawa è emerso come risultato diretto del deterioramento delle relazioni militari tra Nigeria e Niger dopo il colpo di stato militare avvenuto nel Niger. La rottura della cooperazione tra i due Paesi ha creato un vuoto di sicurezza nella regione di confine, che i jihadisti hanno sfruttato abilmente per consolidare la loro presenza.
Mentre inizialmente operavano in modo discreto i Lakurawa hanno recentemente intensificato il loro reclutamento tra la popolazione locale, approfittando delle difficili condizioni socioeconomiche della regione. L’instabilità politica e la mancanza di sicurezza hanno reso il nord-ovest della Nigeria un terreno fertile per la radicalizzazione, con il gruppo che si è concentrato principalmente nel reclutamento di giovani senza prospettive lavorative.
Le fonti locali indicano che i Lakurawa stanno cercando di differenziarsi dagli altri gruppi terroristici come Boko Haram e ISWAP (Provincia dello Stato Islamico dell’Africa Occidentale), proponendosi come una forza che può proteggere le comunità dalla violenza delle bande criminali e garantire sicurezza in cambio di lealtà.
La comparsa dei Lakurawa arriva in un momento di estrema fragilità per la regione del Sahel e dell’Africa Occidentale, dove la presenza di gruppi jihadisti è in continua espansione. La Nigeria, il Paese più popoloso del continente africano, è già impegnata su più fronti contro varie insurrezioni, e l’emergere di un nuovo attore terroristico aggiunge un ulteriore livello di complessità alla situazione della sicurezza.
Gli analisti ritengono che l’instabilità in Niger, combinata con la crescente presenza jihadista, potrebbe portare a un effetto domino che destabilizzerebbe ulteriormente l’intera regione dell’Africa Occidentale. I confini porosi tra Nigeria, Niger, Mali e Burkina Faso facilitano il movimento di armi, militanti e risorse, creando una sfida significativa per le forze di sicurezza locali.
Per contrastare questa nuova minaccia, le autorità nigeriane stanno valutando l’intensificazione delle operazioni militari nella regione nord-occidentale. Tuttavia gli esperti avvertono che un approccio puramente militare potrebbe non essere sufficiente. È necessario un piano integrato che affronti anche le cause profonde del reclutamento jihadista, come la povertà, la disoccupazione e l’assenza di opportunità per i giovani.
Il governo nigeriano è quindi chiamato a rafforzare la cooperazione con i Paesi vicini e con la comunità internazionale per prevenire l’ulteriore diffusione del terrorismo nel Sahel e in Africa Occidentale. La questione richiede interventi rapidi e coordinati per evitare che il Nord-Ovest della Nigeria diventi un nuovo epicentro di violenza e instabilità.
La minaccia rappresentata dai Lakurawa non può essere sottovalutata. Il loro emergere nel contesto di un’area già fragile rischia di compromettere ulteriormente la sicurezza non solo della Nigeria, ma anche dei Paesi confinanti. Solo un approccio multilaterale, che unisca interventi militari, diplomatici ed economici, potrà arginare l’espansione di questa nuova minaccia jihadista.