Nobel per la Pace: premiati l’attivista bielorusso Ales Bialiatski e due ong

di Lorenzo Di Salvatore –

Il Comitato per il Premio Nobel di Oslo ha recentemente annunciato i vincitori del Nobel per la Pace 2022. Si tratta di una vittoria congiunta, andando così a premiare l’attivista e dissidente bielorusso Ales Bialiatski, l’ong ucraina Center For Civil Liberties (CCL) e la russa Memorial.
Bialiatski è uno dei fondatori di Viasna, organizzazione bielorussa che si occupa di aiutare le famiglie di prigionieri politici sotto il regime di Alexander Lukashenko.
Arrestato per ben due volte con l’accusa di evasione fiscale, l’uomo si trova attualmente in carcere per scontare una pena di 7 anni. Varie organizzazioni internazionali hanno espresso il loro disappunto in entrambi gli arresti, giudicandoli guidati da motivazioni politiche dopo che Bialiatski si era apertamente schierato contro il leader del regime bielorusso.
Al Center For Civil Liberties viene riconosciuto l’impegno nel documentare i crimini di guerra russi da quando il presidente Vladimir Putin ha annesso la penisola di Crimea nel 2014.
Fondata a Kiev nel 2007, è la prima organizzazione ucraina a ricevere il prestigioso riconoscimento.
Oleksandra Matviichuk, presidente del CCL, ha commentato: “Ora l’esercito parla perché le voci degli attivisti per i diritti umani nella nostra regione non sono state ascoltate prima. Forse siamo stati ascoltati in seno alla Commissione per i diritti dell’uomo delle Nazioni Unite, ma certamente non dalle persone al potere che prendono le decisioni.
Se non vogliamo vivere in un mondo in cui le regole sono determinate da qualcuno con un potenziale militare più potente piuttosto che dallo stato di diritto, le cose devono cambiare.”
L’ong Memorial è vivido ricordo della Perestroika, fondata per documentare e denunciare gli orrori del regime sovietico. Recentemente, l’attività dell’organizzazione comprendeva la lotta agli abusi nella Russia di Vladimir Putin.
Memorial è stata ufficialmente smembrata e messa fuorilegge lo scorso 5 aprile a seguito dell’entrata in vigore del nuovo quadro normativo di Mosca sulle ong. Giudicata come “agente straniero” dalla commissione, l’organizzazione contava al suo interno più di 60 ong tra Russia e altri paesi europei, fra cui Germania, Italia, Francia Ucraina, Belgio e Ucraina.
Non sono mancati i commenti dei più importanti esponenti della politica internazionale. In particolare, Ursula von der Leyen, presidente della Commisione europea, ha sottolineato su Twitter la grande ammirazione per il lavoro svolto in tutti questi anni dai vincitori del Nobel:
“La Commissione ha riconosciuto il grande coraggio delle donne e degli uomini nella lotta all’autocrazia. Mostrano il vero potere della società civile nella lotta per la democrazia. Racconta le loro storie. Condividi il loro impegno. Aiuta a rendere il mondo un posto più libero”.