NORVEGIA. Bomba ad Oslo, altro che jihad: l’attentatore è un fondamentalista cristiano, di destra, anti-islamico.

di Enrico Oliari –

Si chiama Andres Behring Breivik, ha 32 anni e con Al Qaeda c’entra davvero poco: è l’attentatore che ieri ha seminato morte e panico nella ‘Norvegia felix’, il regno di Herald V fatto di fiordi e di salmone affumicato.
Il giovane Andres è di professione contadino, ha un’azienda agricola di sua proprietà ed aveva frequentato la Oslo Commerce School, come ha raccontato in queste ore l’emittente norvegese TV2. Si era avvicinato agli ambienti della destra cattolica già in giovane età e raccontava delle sue visioni conservatrici sulla sua pagina di Facebook, oggi oscurata dalla polizia norvegese. Sempre sul web Breivik si descriveva come appassionato di body-bilding e di massoneria, oltre che celibe e cattolico, cosa che ripeteva fino all’ossessione. Su Twitter aveva postato, lo scorso 17 luglio, una citazione del filosofo inglese, John Stuart Mill: “Una persona con un credo ha altrettanta forza di 100.000 persone che non hanno interessi”
E’ stato proprio nella sua azienda agricola che Breivik ha confezionato il potente ordigno esplosivo servendosi di fertilizzanti e di altri prodotti chimici, bomba che poi ha lasciato in uno degli edifici della capitale che ospitano uffici di ogni genere, da quelli governativi a quelli per il commercio del petrolio. Poi, poco prima dell’esplosione, il terrorista, travestito da poliziotto, si è diretto all’isola di Utoya dove era in corso un incontro di giovani laburisti, ha estratto una pistola e si è messo a sparare all’impazzata.
Alcuni giovani sono caduti sotto i proiettili di Breivik, altri si sono gettati in mare e sono annegati: il bilancio complessivo della giornata di ieri ad Oslo e nell’antistante Utoya è, fino a questo momento, di 91 morti e diversi dispersi: “una tragedia nazionale”, l’ha definita il primo ministro Jens Stoltenberg, “mai dalla seconda guerra mondiale il nostro paese è stato colpito da un crimine di questa portata”.
Brutta figura della stampa internazionale ed in particolare occidentale che da subito e per tutta la giornata di ieri aveva imputato alla jihad islamica l’accaduto: il sito del TG1, per il quale noi tutti paghiamo il canone, parlava di reazione alle vignette anti-Maometto apparse sul giornale norvegese di ispirazione cristiana Magazinet ed ancora alla partecipazione di Oslo alla campagna militare della Nato in Libia.
Di più: l’organo di informazione diretto Augusto Minzolini faceva cadere i sospetti su Al Qaeda poiché, come riporta la stessa pagina web, l’8 luglio dello scorso anno la Norvegia aveva annunciato l’arresto di tre persone residenti nel Paese, un cinese di etnia uigura, un iracheno e un uzbeko, sospettate di pianificare attacchi terroristici.