di Alberto Galvi –
Il prossimo 4 ottobre il territorio francese delle isole del Pacifico della Nuova Caledonia terrà un referendum sull’indipendenza dalla Francia.
Il Paese transalpino ha annesso formalmente la Nuova Caledonia nel 1853, che è un remoto territorio insulare nel sud-ovest del Pacifico con circa 270mila abitanti. Il territorio oceanico è situato a circa 2mila chilometri ad est dell’Australia e circa 18mila chilometri dalla Francia continentale.
La popolazione della Nuova Caledonia è formata da 2 principali gruppi etnici: i melanesiani indigeni conosciuti localmente come Kanaks con il 39,1 per cento e da persone di origine europea conosciute come Caldoche con il 27,1 per cento.
L’economia della Nuova Caledonia dipende dal nichel che ne possiede la seconda maggiore riserva del pianeta. Oltre che da quell’elemento chimico, un sostanziale sostegno finanziario a quel territorio proviene dal proprio settore turistico e dal governo francese.
Nell’ambito del suo processo di decolonizzazione, Parigi ha firmato nel 1998 l’accordo di Nouméa, che ha formalmente dato alla Nuova Caledonia il diritto di ottenere un voto di indipendenza venti anni dopo, nel 2018.
Questo voto sull’indipendenza fa seguito a un referendum nel novembre 2018, quando il 57 per cento degli elettori ha scelto di rimanere parte del territorio francese.
Secondo i termini dell’accordo del 1998, la Nuova Caledonia può tenere un secondo scrutinio nel 2020 e persino un terzo nel 2022 se chi detiene il potere legislativo sul territorio è d’accordo.
Inizialmente previsto per il 6 settembre, il voto è stato rinviato il 4 ottobre, un mese dopo rispetto a quanto inizialmente previsto a causa della pandemia di coronavirus. Inoltre chiunque arrivi in Nuova Caledonia in questo momento deve essere messo in quarantena per tre settimane.
Il governo di Parigi aveva già proposto la nuova data il 4 ottobre, ma il 12 giugno la maggioranza dei membri del congresso della Nuova Caledonia ha votato a favore del 25 ottobre con 35 dei suoi 54 membri.
I congressisti sono scelti indirettamente in modo proporzionale in base alla composizione partitica delle tre assemblee provinciali i cui membri sono eletti direttamente con voto proporzionale.
I membri del congresso hanno un mandato di cinque anni. Il presidente della Nuova Caledonia è lo stesso della Francia, Emmanuel Macron, rappresentato dall’Alto Commissario Laurent Prevost.
Il premier della Nuova Caledonia è invece Thierry Santa, che è stato eletto dai congressisti per un mandato di 5 anni, senza limiti di mandato. L’ultima elezione presidenziale si è tenuta il 13 giugno 2017, mentre la prossima si terrà nel 2022.
Tuttavia, la coalizione AEC (Avenir En Confiance) che era contro l’indipendenza, prevedeva un voto anticipato per cui alla fine si è deciso di votare per il referendum il 4 ottobre prossimo.
Inoltre le elezioni locali in Francia che si dovevano tenere domenica 28 giugno sono state posticipate di tre mesi a causa della crisi del coronavirus.
Per quanto riguarda il gruppo pro-indipendenza FLNKS (Front de Libération Nationale Kanak et Socialiste) ha sostenuto la campagna a favore del referendum.
Dall’altra parte il partito Caledonie Ensemble di centro destra, che è contrario all’indipendenza, è stato invece favorevole alla data del 25 ottobre per far votare al referendum e garantire un’affluenza così elevata alle urne a favore del NO come successe nel 2018. In quel referendum l’81 per cento degli aventi diritto aveva espletato le pratiche di voto.
Se il referendum del 4 ottobre prossimo non garantirà l’indipendenza, nei prossimi due anni potrà esserne convocato un altro dal congresso della Nuova Caledonia e indirlo per la terza e ultima volta.