Nuova Zelanda. La premier Jacinda Ardern ha rinviato le elezioni generali

di Alberto Galvi

Il primo ministro della Nuova Zelanda Jacinda Ardern, del Labour Party, ha rinviato di un mese le elezioni generali nel Paese a causa di un aumento di casi di coronavirus nelle ultime settimane. Le votazioni dovevano svolgersi il 19 settembre, ma ora si terranno il 17 ottobre prossimo.
La pressione sulla Ardern era aumentata per posticipare il voto in mezzo alla recrudescenza delle infezioni da Covid-19 nella città di Auckland, con 1,5 milioni di abitanti dopo che il Paese era stato libero dai casi di coronavirus per 102 giorni. In questo momento sono tornati inoltre limiti ai viaggi all’interno del Paese. Nelle cinque settimane di quarantena i neozelandesi hanno passato dei periodi difficili per le condizioni di severità in cui si è svolta. In quelle settimane, partendo dal 25 marzo, sono state chiuse la maggior parte delle aziende e delle scuole, e le persone sono rimaste a casa.
Il posticipo delle elezioni è stato condiviso da tutti i partiti che avranno così il tempo in queste nove settimane di fare campagna elettorale e la Commissione elettorale avrà il tempo sufficiente per garantire che le elezioni possano essere svolte.
La leader dell’opposizione Judith Collins, del National Party, aveva precedentemente chiesto che le elezioni fossero rimandate a novembre. Anche il vice primo ministro Winston Peters, nel governo di coalizione della Ardern, aveva chiesto pubblicamente che le elezioni venissero ritardate.
Secondo i dati della Johns Hopkins University la Nuova Zelanda aveva segnalato più di 1.600 contagiati e 22 decessi dall’inizio della pandemia.
Ricordiamo che a seguito delle elezioni legislative, il leader del partito di maggioranza o della coalizione di maggioranza viene solitamente nominato primo ministro dal governatore generale insieme al vice primo ministro.
Il parlamento neozelandese si scioglierà il 6 settembre prossimo. Il primo ministro Ardern è a capo di un governo di coalizione di minoranza composto dai partiti laburisti e neozelandesi con la fiducia e il sostegno del Green Party.
Per quanto riguarda la Camera dei rappresentanti, essa è attualmente composta dai seguenti partiti: il National Party con 56 seggi, il Labour Party con 46 seggi, New Zealand First con 9 seggi, il Green Party con 8 seggi e l’ACT Party con 1 seggio.
Oltre a votare per un nuovo governo, i neozelandesi voteranno anche per due quesiti referendari. Il Paese oceanico non ha un testo costituzionale, ma è diviso nel Constitution Act del 1986, che è in vigore dal 1 gennaio 1987 ed include solo una parte della costituzione non modificata. Il resto della costituzione include una raccolta di statuti, atti parlamentari, convenzioni non scritte, il Trattato di Waitangi ecc, da cui sono scaturiti i cambiamenti proposti nei due quesiti referendari: la legalizzazione dell’uso della marijuana e la legalizzazione dell’eutanasia.
Il governo della Ardern durante questo mandato è riuscito a fa diventare la Nuova Zelanda uno dei primi promotori del TPP (Trans-Pacific Partnership), di cui è stato il secondo Paese a ratificare l’accordo nel maggio 2017. Dopo il ritiro degli Usa dal TPP nel gennaio 2017, i restanti 11 paesi il 10 novembre 2017 hanno ribattezzato l’accordo CPTPP (Comprehensive and Progressive Agreement for Trans-Pacific Partnership).