di Alberto Galvi –
Il primo ministro olandese Mark Rutte ha dichiarato che il suo governo di coalizione si è dimesso per divergenze insormontabili sulle misure volte a ridurre il numero di richiedenti asilo. Questo significa che il paese dovrà affrontare le elezioni generali entro la fine dell’anno. I partiti che non hanno supportato il contrasto all’migrazione sono il D66 (Democratici 66) e il partito centrista Christen Unie, o Unione Cristiana, mentre i due partiti favorevoli a misure più dure sono stati il Partito popolare per la libertà e la democrazia di Rutte e i Democratici cristiani. La decisione di dimettersi ha sottolineato le divisioni ideologiche tra questi partiti.
La coalizione di Rutte aveva cercato per mesi di elaborare un accordo per ridurre il flusso di richiedenti asilo in arrivo nel paese. Le proposte includevano la creazione di due classi di asilo, una temporanea per le persone in fuga dai conflitti e una permanente per le persone che cercano di sfuggire alle persecuzioni, e la riduzione del numero di familiari a cui è consentito raggiungere i richiedenti asilo nei Paesi Bassi.
Gli alti numeri di migranti hanno messo a dura prova il sistema dell’accoglienza e in particolare la disponibilità di alloggi. L’anno scorso più di 21.500 persone extraeuropee hanno chiesto asilo nei Paesi Bassi, ma altre decine di migliaia si sono trasferite lì per lavorare e studiare.
I politici dell’opposizione Geert Wilders e Jesse Klaver non hanno perso tempo a chiedere nuove elezioni, anche prima che Rutte confermasse formalmente le sue dimissioni. Geert Wilders è il leader del Partito anti-immigrazione, mentre Jesse Klaver è la leader della sinistra verde.
Durante un’ultima tornata di colloqui, i partiti hanno deciso all’unanimità di non rimanere uniti nella coalizione. Rutte aveva preso una posizione dura nei confronti dei richiedenti asilo per deviare una sfida dall’ala destra del suo partito. Rutte ha chiesto che il numero di parenti di rifugiati di guerra ammessi nei Paesi Bassi fosse limitato a 200 al mese e ha minacciato di rovesciare il governo se la misura non fosse stata approvata.
I Paesi Bassi dovrebbero tenere le elezioni a novembre dopo la caduta della coalizione, il quarto governo dal 2010. L’attuale coalizione si era insediata dopo lunghi negoziati solo nel gennaio 2022.