Onu. Il rappresentante del Marocco Omar Hilale convoca riunione su sfide multidimensionali nel Sahel

di Belkassem Yassine

Per esaminare gli strumenti volti a ridurre i rischi e le vulnerabilità delle popolazioni della regione centrale del Sahel, attraverso una stretta collaborazione tra gli attori umanitari, di sviluppo e di consolidamento della pace, l’ambasciatore permanente del Marocco presso le Nazioni Unite, Omar Hilale, ha presieduto una riunione in videoconferenza sulle sfide multidimensionali e interconnesse nella regione.
L’incontro è stato organizzato nel quadro delle questioni umanitarie del Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite (ECOSOC), incontro presieduto dallo stesso diplomatico marocchino.
Nel suo discorso l’ambasciatore Hilale ha ricordato che la scelta del Sahel deriva dall’importanza che il Marocco e in particolare re Mohammed VI attribuiscono a questa regione, ricordando il discorso del sovrano alla prima Conferenza della Commissione sul clima per la regione del Sahel, in cui aveva sottolineato quanto questa regione possa diventare un modello di integrazione regionale avanzata sul piano economico, ambientale, politico ed umano.
Inoltre Hilale presentando un bilancio della situazione umanitaria nella regione e dell’impatto dell’insicurezza e dei conflitti sullo sviluppo locale, ha sottolineato che la regione del Sahel centrale è inserita nelle importanti promesse di “non lasciare nessuno da parte” e “aiutando innanzitutto i più svantaggiati”, assunte dall’ONU nel quadro dell’Agenda 2030 per lo sviluppo.
Così la situazione in questa regione richiede l’unione degli sforzi di tutte le parti interessate per alleviare le sofferenze della popolazione, un appello rivolto anche ai partner umanitari e di sviluppo a impegnarsi maggiormente per ridurre i rischi e le vulnerabilità delle popolazioni della regione.
Achim Steiner, intervenuto a nome del vicesegretario generale dell’ONU Amina Mohamed (amministratore del Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (UNDP) e vicepresidente del Gruppo delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile), ha sottolineato che la regione del Sahel centrale è stata intrappolata da conflitti prolungati, estremismo violento, difficoltà a reperire acqua potabile e problemi relativi al cambiamento climatico, con temperature che aumentano di 1,5 volte la media mondiale. Tali fattori generano crisi senza precedenti, spostamenti forzati e insicurezza alimentare.
L’incontro è stato caratterizzato dalla partecipazione di numerosi panelisti di alto livello, tra cui il ministro dell’Azione umanitaria e della gestione delle catastrofi del Niger, Magagi Laouan, il commissario per gli affari politici dell’Unione africana, Cessouma Minata Samate, il segretario permanente del G5 Sahel, Maman Sidikou, e la direttrice generale delle operazioni Ue di protezione civile e di aiuto umanitario, Paraskevi Michou.
L’ONU era rappresentato dal sottosegretario generale ad interim delle Nazioni Unite per gli affari umanitari e viceministro dei soccorsi d’emergenza, Ramesh Rajasingham, dal segretario esecutivo della Commissione economica per l’Africa delle Nazioni Unite, Vera Songwe, e dalla coordinatrice delle Nazioni Unite e coordinatrice umanitaria in Burkina Faso, Metsi Makhetha.