di Mariarita Cupersito –
L’Assemblea generale dell’Onu ha adottato all’unanimità una risoluzione proposta dalla Cina e supportata da 140 Stati in merito al rafforzamento della cooperazione internazionale nello sviluppo delle capacità dell’Intelligenza Artificiale.
Al fine di aderire ai “principi di centralità dell’uomo” e recare vantaggi alla comunità globale, la risoluzione promuove la cooperazione internazionale per colmare le distanze tra i Paesi più ricchi e quelli in via di sviluppo, affinché questi ultimi possano usufruire più facilmente dei benefici connessi all’IA.
Come riportato da Il Giornale, il rappresentante permanente della Cina alle Nazioni Unite Fu Cong ha dichiarato che “molti Stati membri dell’Onu prevedono di rafforzare la cooperazione internazionale per la creazione di capacità di IA, di sviluppare e utilizzare equamente la tecnologia dell’IA e di condividere le conoscenze e i risultati dell’IA. L’obiettivo è aiutare tutti i Paesi, in particolare quelli in via di sviluppo, a beneficiare in egual misura dello sviluppo dell’IA, a colmare il divario digitale, a migliorare la governance globale dell’IA e ad accelerare l’attuazione dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile”. L’ambasciatore ha inoltre dichiarato che è intenzione della Cina attivarsi per aiutare i Paesi in via di sviluppo a colmare il divario tecnologico.
In occasione della 56ma sessione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite,l’ambasciatore Chen Xu, rappresentante permanente della Cina presso l’Ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra e altre organizzazioni internazionali in Svizzera, ha rilasciato a nome di oltre 80 Paesi una dichiarazione congiunta sulla necessità di una cooperazione internazionale nell’ambito dell’Intelligenza Artificiale che promuova i diritti delle donne.
L’ambasciatore ha affermato che lo sviluppo di tecnologie legate all’Intelligenza Artificiale costituisce un’occasione per la promozione dell’uguaglianza di genere e far sì che le donne siano fondamentali partecipanti, contribuenti ed effettive beneficiarie dello sviluppo di nuove forze produttive.
L’ambasciatore ha ribadito a tal fine la centralità dell’etica, del divieto di discriminazione e del mantenimento di un approccio basato sulla centralità della persona nelle future evoluzioni tecnologiche.
Nell’ambito della Conferenza mondiale sull’intelligenza artificiale (Waic) a Shanghai, il premier Li Qiang ha invitato i vari Paesi a “mentalità più aperte” al fine di promuovere la cooperazione internazionale nel settore perché “ogni Paese ha i propri vantaggi nella tecnologia, nei dati e nel mercato dell’Intelligenza Artificiale e quindi dovremmo impegnarci in una cooperazione reciproca e nell’unione delle forza”. “Nessun Paese può fare eccezione”, ha aggiunto il premier.
Pechino ha velocizzato il percorso finalizzato al raggiungimento delle aziende hi-tech degli Stati Uniti, con particolare attenzione al campo dell’intelligenza artificiale generativa, e l’Onu ha dichiarato che la Cina risulta essere il principale depositario di brevetti sull’IA generativa a livello globale.
Come riporta Ansa, gli Stati Uniti e altri Paesi occidentali hanno reagito con allarme alle mosse della Cina sulle considerazioni in merito alle applicazioni dell’Intelligenza Artificiale in operazioni di spionaggio e a fini militari; gli USA hanno revocato le licenze su alcune esportazioni di microchip lo scorso aprile, dopo che la cinese Huawei ha presentato un computer alimentato dalla tecnologia Intel IA.
L’Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale dell’Onu fa sapere che circa 54.000 brevetti sono stati depositati nel decennio al 2023, di cui il 25% solo nell’ultimo anno. La tecnologia GenAI, tramite la quale i programmi creano da testi, video, musica e codici in pochi secondi e su semplici istruzioni, si è velocemente imposta come tecnologia rivoluzionaria; tra il 2014 e il 2023, oltre 38mila innovazioni GenAI sono arrivate dalla Cina, sei volte di più che dagli Stati Uniti (6.276 seguiti da Corea del Sud (4.155), Giappone (3.409) e India (1.350).