Osservatorio regionale Iraq: decremento di attacchi e violenza ai primi di dicembre

di Joel Wing * –

iraq attentatiL’Iraq rappresenta un paese dalle innumerevoli potenzialità grazie alle proprie risorse naturali, tra cui spiccano quelle energetiche. Attualmente sta attraversando uno dei periodi più difficili della sua storia moderna dopo la caduta di Saddam Hussein, gli anni di governo statunitense durante la missione “Iraqi Freedom” e l’emergere dello Stato Islamico dell’Iraq e della Siria che, grazie ad una offensiva significativa iniziata nel gennaio del 2014, è riuscito ad impossessarsi di una copiosa parte del territorio iracheno.
A fornire ad Asrie (Associazione di studio, ricerca e internazionalizzazione in Eurasia e Africa) un’immagine fresca sul paese mediorientale è Joel Wing, analista e ricercatore che ha focalizzato la sua attenzione sull’Iraq e sui suoi cambiamenti politici, economici e sociali: Wing registra un decremento della violenza all’interno dello Stato iracheno durante la prima settimana di dicembre, evento che, unito alle statistiche di novembre, dimostra come l’attività dello Stato Islamico sia divenuta meno pressante a causa di una azione di riorganizzazione dopo le recenti pesanti sconfitte.

La situazione in Iraq continua a stabilizzarsi all’inizio di dicembre 2014. Il numero di incidenti e di morti riportati rimane lo stesso registrato nell’ultima settimana di novembre, mentre il numero dei feriti ha visto un importante decremento. Lo Stato Islamico non ha lanciato nessuna ondata di attentati esplosivi con automobili nel periodo 1-7 dicembre, la prima volta dopo mesi. Al di fuori di Anbar l’azione dei jihadisti rimane largamente sulla difensiva, il che spiega perché la sicurezza sia aumentata nelle ultime settimane.
Il numero degli attacchi settimanali in Iraq è stato lo stesso registrato sin dall’inizio di novembre con una stima di dicembre pari a 19.1 incidenti al giorno rispetto ai 23.4 attacchi giornalieri del mese precedente:

8-14 novembre sono stati registrati 128 incidenti
15-21 novembre sono stati registrati 134 incidenti
22-28 novembre sono stati registrati 138 incidenti
1-7 dicembre sono stati registrati 137 incidenti

I combattimenti hanno evidenziato come Baghdad sia divenuta la provincia più pericolosa con 44 attacchi per settimana seguita dalle province di Salahaddin (41), Anbar (19), Ninewa (13), Diyala (8), Kirkuk (6) e Babil (5).

Le vittime hanno iniziato finalmente a diminuire. Da agosto agli inizi di novembre il numero degli attacchi ha iniziato a decrescere, ma il numero dei morti e dei feriti rimaneva alto. Nelle scorse settimane questo trend è finalmente cessato. Nella prima settimana di dicembre ci sono stati 323 morti (41 membri delle Forze di Sicurezza Irachene, 7 peshmerga, 1 sahwa e 275 civili) e 476 feriti (27 membri delle Forze di Sicurezza Irachene e 449 civili). Questo dato può essere comparato con i 601 morti e gli 828 feriti del periodo 1-7 novembre, i 420 morti e 593 feriti del periodo 8-14 novembre, i 283 morti e 464 feriti nella settimana del 15-21 novembre ed i 321 morti e 640 feriti nei sette giorni di 22-28 novembre.

Nella settimana Baghdad è stata la maggiormente colpita con 97 morti, seguita da Salahaddin (95), Anbar (84), Kirkuk (18), Ninewa (15), Diyala (8) e Babil (6).

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Una delle maggiori ragioni per le quali le vittime sono diminuite è data dal fatto che lo Stato Islamico non ha lanciato nuove ondate di attentati esplosivi utilizzando autobombe. Ci sono state cinque autobombe durante la settimana a Babil, Baghdad, Kirkuk e Salahaddin che hanno causato la morte di 48 persone ed il ferimento di altre 115. Tre di queste autobombe sono state fatte detonare il giorno 4 dicembre. L’ultima volta che si è registrata una settimana senza autobombe in Iraq è stata quella del 1-7 aprile e 8-14 aprile 2014. Il numero di questi tipi di attacchi ha registrato un decremento recentemente. La causa è sconosciuta poiché lo Stato Islamico è rifornito di esplosivi i quali sono stati presi durante l’estate dal Governo iracheno, ma questo è un altro segno che i militanti attualmente sono impegnati nella fase di riorganizzazione.

Anbar rimane uno dei due campi di battaglia maggiori in Iraq. Gli insorti continuano con i loro assalti nella zona centrale e occidentale di Anbar. Il 1° di dicembre i militanti hanno attaccato il checkpoint di Walid vicino alla frontiera siriana uccidendo 16 soldati e ferendo quattro poliziotti. Lo stesso giorno ci sono stati combattimenti a Abu Risha, Ramadi, e lungo i confini di Salahaddin nel nord-est. Il giorno seguente gruppi armati hanno lanciato tre attacchi prolungati verso Ramadi da sud, ovest e nord i quali sono stati respinti. Le Forze di Sicurezza Irachene e le tribù continuano a ripulire le aree rurali liberando diversi villaggi attorno a Albu Nimr nel centro della provincia. Il 3 dicembre ci sono stati assalti a Kubaisa, lungo i confini di Salahaddin, e ad Amiriya Fallujah. Lo Stato Islamico ha cercato di prendere la città di Amiriya Fallujah per diversi mesi fino ad ora. Il 4 dicembre ed il 6 dicembre ci sono stati diversi scontri a Ramadi. Nell’ultimo giorno altri 16 membri della tribù di Albu Nimr sono stati giustiziati dallo Stato Islamico.

Il Governo continua ad essere la maggiore causa di vittime. Delle 84 uccisioni durante la settimana, circa un terzo (38) sono avvenute a causa dei bombardamenti governativi e degli attacchi aeri su Fallujah e Saqlawiya. Ancora più sorprendente il dato dei feriti dei quali l’89% (52 su 58 feriti) sono stati il risultato delle Forze di Sicurezza Irachene. Il bombardamento indiscriminato dei target civili prosegue dall’inizio di questo anno ed è stato largamente condannato, ma nonostante i due annunci del Primo Ministro Haider Abadi che dichiaravano l’assenza di feriti.

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*Analisi di Joel Wing (leggi la versione completa in lingua inglese “Decline in Violence in Iraq Continues Into First Week of Dec 2014“). Ricercatore e studioso dell’Iraq fin dal 2002, Joel Wing è autore del blog Musings on Iraq nel quale analizza gli aspetti storici, politici, economici e sociali dello stato iracheno attraverso articoli originali, analisi ed interviste. In passato analista presto Jamestown Foundation, autore di una parte dei contenuti del libro “Volatile Landscape: Iraq and its Insurgent Movements“, i suoi articoli, analisi e le sue ricerche sono stati citati in Iraq da AK News, al-Mada, Sotaliraq e Ur New, nel libro “Iraq: From War to A New Authoritarianism” di Toby Dodge e “Imagining the Nation: Nationalism, Sectarianism and Socio-Political Conflict in Iraq” scritto da Harith Al-Qarawee.

Articolo in media partnership con asrie media p