Pakistan. Belucistan: attacco del Bla, 73 morti

di Giuseppe Gagliano

I militanti separatisti della provincia pakistana del Belucistan hanno compiuto attacchi nella regione causando la morte di almeno 73 persone. Si tratta di una delle aggressioni più diffuse degli ultimi anni nella regione, cosa che evidenzia le crescenti tensioni tra il governo centrale e le minoranze etniche locali. Questi attacchi, rivendicati dall’Esercito di Liberazione del Baloch (BLA), sono stati condotti in modo coordinato contro stazioni di polizia, linee ferroviarie e autostrade, interrompendo il traffico ferroviario con la capitale provinciale Quetta e coinvolgendo persino un attacco suicida contro una base paramilitare. Il Belucistan, ricco di risorse naturali e sede di importanti progetti cinesi come il porto di Gwadar e le miniere d’oro e rame, è al centro di una storica rivolta etnica per l’indipendenza, alimentata dalla percezione di sfruttamento economico e discriminazione da parte del governo centrale di Islamabad. La partecipazione cinese nei progetti infrastrutturali della regione ha ulteriormente complicato la situazione, con il BLA che chiede l’espulsione dei cinesi e l’indipendenza del Belucistan.
Gli attacchi, avvenuti nell’anniversario della morte del leader nazionalista baloch Akbar Bugti ucciso dalle forze di sicurezza pakistane nel 2006, segnano un’escalation delle violenze, evidenziando la fragilità della sicurezza nella regione e la sfida continua del Pakistan nel gestire il dissenso interno. Le forze di sicurezza pakistane, che hanno risposto con operazioni di rappresaglia, si trovano ora di fronte alla necessità di intensificare le operazioni di intelligence per sradicare i gruppi insorti. La tensione è aggravata dal fatto che i militanti hanno preso di mira specificamente i lavoratori della provincia del Punjab e hanno ucciso civili, aumentando il rischio di una crisi umanitaria. La risposta del governo, inclusa la possibilità di limitare i servizi di dati mobili per impedire la propaganda militante, sottolinea la complessità della situazione di sicurezza. La comunità internazionale, rappresentata anche dalla condanna dell’Unione Europea, osserva con preoccupazione l’evolversi di questa crisi, consapevole delle implicazioni per la stabilità della regione e per i progetti economici e strategici, in particolare quelli legati alla Cina. In questo contesto, la visita di alti funzionari militari cinesi in Pakistan senza menzionare gli attacchi riflette la delicata diplomazia in gioco. Il futuro della regione del Belucistan rimane incerto, con le forze di sicurezza pakistane e i militanti impegnati in un conflitto che minaccia di destabilizzare ulteriormente un’area strategicamente cruciale, con ripercussioni significative per l’intera Asia meridionale.