di Giuseppe Gagliano –
La delegazione palestinese al Palazzo di Vetro, dove la Palestina è paese osservatore non membro nonostante sia riconosciuto da 150 paesi (ultimo in ordine di tempo l’Armenia), ha fatto girare una bozza tra i banchi dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite per arrivare ad una risoluzione che imponga a Israele il ritiro dai Territori occupati illegalmente, in particolare in Cisgiordania e Gerusalemme Est.
Sono 750mila i coloni israeliani che occupano illegalmente il territorio palestinese, dato appurato dalla Corte Internazionale di Giustizia.
Dal punto di vista politico la risoluzione sottolinea le crescenti pressioni sulla comunità internazionale affinché intervenga più attivamente nella questione israelo-palestinese.
A livello regionale l’approvazione della risoluzione potrebbe rafforzare le posizioni dei paesi arabi e musulmani, che da tempo chiedono la fine delle politiche di espansione israeliana, e potrebbe accelerare nuove dinamiche politiche tra Israele e i suoi vicini, con il rischio di un ulteriore isolamento diplomatico di Tel Aviv. Tuttavia la risposta di Israele, come preannunciato dal suo ambasciatore all’ONU Danny Danon, suggerisce che difficilmente lo Te Aviv modificherà la sua politica sugli insediamenti.
La bozza riflette la crescente impazienza della comunità internazionale verso la prosecuzione dell’occupazione, ma allo stesso tempo mette in luce i limiti dell’Assemblea Generale nel costringere Israele a conformarsi alle sue raccomandazioni, soprattutto in mancanza di pressioni più concrete da parte dei principali attori globali come gli Stati Uniti e l’Unione Europea.