Paraguay. Indigeni e contadini manifestano contro la nuova legge sulla proprietà

di Paolo Menchi

Si sono svolte nei giorni scorsi nella capitale del Paraguay, Asuncion, numerose manifestazioni da parte di indigeni e contadini contro un progetto di legge che prevede un inasprimento delle sanzioni per chi viola la proprietà privata.
I manifestanti si sono presentati anche con arco e frecce (una delle quali ha colpito un agente) e gli scontri con la polizia hanno portato ad un bilancio di decine di feriti.
La nuova legge, approvata con il consenso dei 49 parlamentari del Partido colorado, attualmente al governo, sul totale degli 80 membri di cui è composta la camera dei deputati, prevede che la pena del carcere per chi occupa illegalmente le proprietà private sia aumentata da 4 a 6 anni, e fino a 10 anni se vengono procurati danni durante queste azioni; ora, per essere applicata, ha solo bisogno della firma del presidente Benitez.
Il governo ha dichiarato che si tratta di una norma che serve per tutelare tutta la popolazione, manifestanti compresi, ed in effetti se non si approfondisse e non si analizzasse la storia risulterebbe difficile capire perché ci siano queste proteste.
Durante la dittatura militare guidata dal presidente Alfredo Stroessner, che è durata dal 1954 al 1989, in base ad una riforma agraria oltre 8 milioni di ettari di proprietà degli indigeni furono sequestrati per darli a chi non aveva terreni, ma soprattutto a persone vicine al governo, che divennero veri e propri latifondisti.
Nel 2006 la “Comisión de la Verdad y Justicia”, istituita proprio per indagare su questi fatti, arrivò alla conclusione che i due terzi della terra sottratta agli indigeni e ai contadini era finita nelle mani di persone tutt’altro che bisognose, ma che erano parenti o amici di autorità locali o nazionali.
Dopo la pubblicazione di questo documento le persone a cui era stata sottratta la terra iniziarono delle azioni di recupero, e tra queste le occupazioni provvisorie dei terreni per reclamarne la proprietà erano certamente le più efficaci.
Per ora da parte del governo non c’è nessuna apertura per una trattativa ed anzi, le persone che hanno partecipato alle manifestazioni, che peraltro hanno promesso che ce ne saranno delle altre, sono state segnalate dalla polizia e verranno processate.
Senza concedere alcuna apertura al dialogo il governo non fa altro che avallare i soprusi commessi durante la dittatura militare.
Il Paraguay è una delle regioni della zona latino-americana dove l’agricoltura ha ancora un peso importante, con la popolazione rurale che viene stimata nel 37% del totale.
Secondo i dati del censimento agricolo, l’85% delle terre destinate all’agricoltura e alla coltivazione forestale è in mano al 2,5% dei proprietari che hanno più di 500 ettari, mentre il 4,12% è in mano a coloro che hanno meno di 20 ettari.