Polonia. Servizi russi accusati di un incendio: chiuso il consolato di Cracovia

di Giuseppe Gagliano

Il primo ministro polacco Donald Tusk ha annunciato che l’incendio che nel 2024 ha devastato il più grande centro commerciale di Varsavia, il Marywilska, è stato un atto doloso orchestrato dai servizi segreti russi. Questa dichiarazione ha segnato un nuovo capitolo nelle già tese relazioni tra Polonia e Russia, culminando con la decisione di Varsavia di sospendere le attività del consolato russo a Cracovia.
Secondo Tusk, l’incendio del Marywilska è stato un sabotaggio deliberato, con alcuni responsabili già arrestati e altri identificati e attualmente ricercati. “Vi troveremo tutti”, ha dichiarato il premier, sottolineando la determinazione delle autorità polacche. Fortunatamente l’incendio non ha causato vittime. Le indagini, durate un anno, sono state condotte in collaborazione con i servizi lituani, che hanno rivelato connessioni tra l’attacco di Varsavia e un altro incendio doloso avvenuto il 9 maggio 2024 in un negozio IKEA a Vilnius. Entrambi gli episodi sarebbero stati eseguiti da cittadini ucraini e un rifugiato bielorusso, tutti al soldo di un coordinatore basato in Russia.
Il ministro della Giustizia Adam Bodnar e il ministro dell’Interno Tomasz Siemoniak, responsabile anche dei servizi di intelligence, hanno confermato che le prove raccolte puntano a un’operazione di guerra ibrida orchestrata da Mosca. Le autorità polacche hanno dichiarato di possedere “informazioni dettagliate” sull’organizzazione e l’esecuzione dell’attacco, rafforzando le accuse contro la Russia.
In risposta il ministro degli Esteri polacco Radosław Sikorski ha annunciato la revoca del consenso per il funzionamento del consolato russo a Cracovia. L’ambasciatore russo Sergei Andreev è stato convocato per ricevere una nota diplomatica ufficiale. Varsavia ha concesso alla Russia un periodo di almeno 30 giorni per chiudere la sede consolare, mentre il consolato russo a Danzica resterà operativo. Tuttavia, l’ambasciatore Andreev ha lamentato la mancanza di prove concrete a sostegno delle accuse polacche.
La Russia non è rimasta in silenzio. Il viceministro degli Esteri Alexander Grushko ha minacciato la chiusura dei consolati polacchi a Kaliningrad e Irkutsk come ritorsione. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha accusato Varsavia di perseguire una politica ostile, deteriorando ulteriormente le relazioni bilaterali. “La Polonia sceglie di essere ostile e non amichevole nei nostri confronti”, ha dichiarato Peskov, secondo l’agenzia TASS.