Qatar. La normalizzazione con i GCC arriva tra diversificazione e autosufficienza economica

di Alberto Galvi

Circa due anni e mezzo fa il Qatar ha rotto i legami diplomatici e commerciali con i paesi del GCC (Gulf Cooperation Council) tra cui l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti e il Bahrein, che hanno imposto un embargo al Qatar. Anche altri paesi non appartenenti al GCC come lo Yemen, le Maldive, il governo orientale libico e l’Egitto hanno tagliato i legami diplomatici con l’emirato.
I paesi del GCC insieme all’Egitto, lo Yemen, le Maldive, il governo orientale libico non hanno effettuato solo un’interruzione delle relazioni diplomatiche, ma un effettivo isolamento geografico del Qatar, che richiede l’espulsione di tutti i suoi cittadini attualmente situati in questi paesi, l’embargo di tutto il traffico aereo e marittimo e la chiusura di tutti i confini.
Le ragioni per cui i paesi del GCC e gli altri paesi coinvolti hanno preso queste misure nei confronti del Qatar sono diverse. Prima di tutto l’emirato continua a rifiutare le richieste di questi paesi di chiudere l’emittente al-Jazeera, ridurre i legami con l’Iran e di rimandare indietro le truppe turche di stanza nell’emirato.
Il Qatar ha da tempo praticato un’ambiziosa politica estera con priorità diverse rispetto ai suoi vicini, come aver fornito assistenza ai Fratelli Musulmani, ma nega di aiutare i gruppi terroristici legati ad al-Qaeda o al cosiddetto IS (Islamic State). Il Qatar non ha saputo negli scorsi anni effettuare quelle riforme sociali necessarie ai cittadini stranieri residenti, come concedere la cittadinanza ai figli e ai coniugi delle donne qatariote provenienti dagli altri paesi del GCC.
Il Qatar ha lasciato l’OPEC dal 1 gennaio 2019 ed è diventato lo scorso anno il leader mondiale nel mercato del gas naturale liquefatto. La produzione di petrolio qatarina è invece solo di circa 600 mila bpd. Quando il boicottaggio è iniziato nel giugno 2017, il Qatar ha risposto con ampie misure come rimborsare 1/4 delle sue riserve di liquidità per stabilizzare l’economia e la sua valuta. Inoltre negli ultimi 2 anni, le esportazioni e il commercio estero qatarino hanno visto una crescita notevole.
Con l’embargo imposto dagli altri paesi GCC il Qatar ha aumentato in maniera significativa la produzione alimentare. Il paese arabo ha adottato con successo molte iniziative di sicurezza alimentare di prodotti come verdure e ortaggi o produzione del latte, che spingono il paese verso l’autosufficienza nonostante il suo clima rigido, il suolo sabbioso e la sua scarsità d’acqua.
L’embargo che ha colpito in questi anni il Qatar ha contribuito molto ad accelerare il processo di riforme necessarie per modernizzare il paese. La riforma più importante è stata sicuramente quella che lavoro, che ha permesso di abolire il sistema della Kafala, salvaguardando così i diritti dei lavoratori.
La conseguente autosufficienza qatarina ha anche permesso di ampliare il suo settore finanziario. L’emirato investe in aziende straniere grazie al suo fondo sovrano, riconfigurando i mercati finanziari, che si stanno stabilizzando mentre i prezzi delle azioni si stanno normalizzando.
I rapporti diplomatici tra i GCC e il Qatar hanno dunque incominciato a normalizzarsi. Entrambe le parti hanno cessato gli scontri attraverso la propaganda mediatica. Inoltre l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti hanno partecipato con le loro squadre di calcio alla coppa delle nazioni del Golfo a Doha, la capitale dell’emirato. Le squadre sono arrivate in aereo, eliminando così in modo efficace l’embargo. Inoltre gli Stati Uniti, con truppe di stanza sia in Arabia Saudita che in Qatar, hanno esortato tutte le parti coinvolte a porre fine alla disputa.
Il Qatar è riuscito comunque a superare le ripercussioni dell’embargo in pochissimo tempo grazie ai rapidi passi adottati dal governo e alla forza del settore privato, che ha dimostrato elevate potenzialità nell’affrontare grandi sfide, compresi i grandi progetti sviluppati nell’ambito dei preparativi per i giochi FIFA 2022 e Qatar National Vision 2030. Il paese continuerà a raggiungere i suoi obiettivi macroeconomici anche negli anni seguenti per proseguire così il suo sviluppo.
In questi giorni sarà interessante capire la posizione qatarina dopo l’escalation dei rapporti tra Washington e Teheran. In questi 2 anni l’Iran ha svolto un ruolo chiave nell’aiutare il paese arabo a mantenere la propria autosufficienza. L’emirato per aggirare l’embargo ha utilizzato lo spazio aereo dell’Iran e le sue rotte di navigazione, ma i rapporti tra questi 2 stati non sono mai andati oltre a queste vicende.
Con il crescere della crisi tra Stati Uniti e Iran a causa dell’attacco aereo ordinato da Trump, che ha portato alla morte il più importante generale iraniano, Qassem Suleimani, i venti di guerra stanno soffiando più forte in Medio Oriente.
Tra le possibili anche se improbabili ipotesi di ritorsioni dell’Iran nei confronti di Washington, ci sarebbe anche quella di attaccare le basi statunitensi in Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Bahrein o Qatar. Questa ipotesi però non sarebbe molto conveniente per l’Iran, che si troverebbe isolata politicamente nella regione e porterebbe i paesi del GCC a rinsaldarsi politicamente.