di Giuseppe Gagliano –
Il Qatar ha assunto negli ultimi anni un ruolo di crescente rilevanza nella politica mediorientale, agendo spesso come mediatore tra le fazioni in conflitto e cercando di mantenere una posizione neutrale in un contesto geopolitico estremamente complesso. Le preoccupazioni dell’emiro Tamim riguardano non solo le tensioni tra Iran e Israele, ma anche la stabilità della regione del Golfo nel suo complesso. Il Qatar, che ha subito un blocco economico e diplomatico da parte di alcuni paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo nel 2017, è particolarmente sensibile alla possibilità che nuovi conflitti possano destabilizzare ulteriormente l’area.
Il rischio di una chiusura dello Stretto di Hormuz, un passaggio cruciale per il commercio energetico globale, è una delle principali preoccupazioni per Doha, che dipende in larga misura dall’export di gas naturale liquefatto. L’emiro Tamim ha espresso preoccupazione per il possibile impatto che un’escalation tra Iran e Israele potrebbe avere non solo sul Qatar, ma su tutta la regione. In questo contesto, il Qatar cerca di bilanciare le sue relazioni con le principali potenze regionali e internazionali, mantenendo un dialogo aperto sia con gli Stati Uniti che con l’Iran. La politica estera di Doha si basa su un approccio pragmatico che mira a evitare conflitti diretti e a promuovere il dialogo, ma la situazione rimane estremamente delicata, con numerosi fattori che potrebbero far precipitare la regione in una crisi su vasta scala.