di Giuseppe Gagliano –
Il presidente della Repubblica Democratica del Congo (RDC), Félix Tshisekedi, ha annunciato l’intenzione di istituire, nel corso del prossimo anno, una commissione multisettoriale incaricata di elaborare una nuova Costituzione “adattata alle realtà congolesi”. Tshisekedi ha criticato l’attuale Carta fondamentale, sostenendo che sia stata redatta all’estero e da stranieri, e che presenti debolezze che ostacolano il funzionamento del paese.
Questa proposta ha suscitato immediate reazioni da parte dell’opposizione politica e della società civile. La Conferenza Episcopale Nazionale del Congo (CENCO), attraverso il suo segretario generale Donatien Nshole, ha espresso preoccupazione affermando che modificare la Costituzione in un contesto di instabilità potrebbe destabilizzare ulteriormente il paese . Analogamente, il Fronte Comune per il Congo (FCC), coalizione legata all’ex presidente Joseph Kabila, e il partito di opposizione Insieme per la Repubblica, guidato da Moïse Katumbi, hanno manifestato la loro contrarietà, interpretando l’iniziativa come un tentativo di Tshisekedi di prolungare la sua permanenza al potere oltre i due mandati presidenziali previsti dalla Costituzione vigente.
La questione della revisione costituzionale non è nuova nella RDC. Nel 2015, l’allora presidente Kabila tentò di modificare la Costituzione per rimuovere il limite dei due mandati, incontrando una forte opposizione da parte della società civile e della Chiesa cattolica, che portarono al fallimento dell’iniziativa.
L’annuncio di Tshisekedi si inserisce in un contesto regionale in cui diversi leader africani hanno cercato di estendere il proprio potere attraverso modifiche costituzionali. Esempi recenti includono l’ex presidente della Guinea, Alpha Condé, e il presidente del Camerun, Paul Biya, che hanno intrapreso simili percorsi per prolungare i loro mandati .
La proposta di una nuova Costituzione solleva interrogativi sulla stabilità politica e istituzionale della RDC. Da un lato, il presidente sostiene la necessità di un testo costituzionale più in linea con le realtà nazionali; dall’altro, l’opposizione teme che si tratti di un pretesto per consolidare il potere personale. La storia recente del paese, caratterizzata da conflitti armati e transizioni politiche delicate, rende il dibattito sulla revisione costituzionale particolarmente sensibile.
In conclusione, la proposta di Tshisekedi di riscrivere la Costituzione della RDC ha innescato un acceso dibattito politico e sociale. Le preoccupazioni riguardano sia le motivazioni sottostanti all’iniziativa sia le possibili implicazioni per la democrazia e la stabilità del paese. Sarà fondamentale monitorare l’evoluzione di questa proposta e le reazioni delle diverse componenti della società congolese nei prossimi mesi.