di Nicola Comparato –
Il recente arresto del politico filorusso Calin Georgescu ha scosso il panorama politico rumeno. Accusato di aver ricevuto fondi illeciti da Mosca per la sua campagna elettorale, Georgescu si trova sotto controllo giudiziario, mentre le indagini coinvolgono anche alcuni suoi collaboratori. Per comprendere meglio il contesto e le implicazioni di questa vicenda, abbiamo intervistato il professor Tudor Petcu di Bucarest, esperto di scienze politiche e geopolitica dell’Europa dell’est.
– Qual è il profilo politico di Calin Georgescu e quali fattori lo hanno reso così popolare in Romania?
“Calin Georgescu è una figura controversa, che ha saputo capitalizzare il malcontento popolare verso l’élite politica tradizionale. Il suo discorso si basa su un forte nazionalismo e su una retorica sovranista che punta a rafforzare l’identità rumena contro le ingerenze occidentali. Inoltre la sua posizione filo-Mosca gli ha garantito il sostegno di una parte dell’elettorato, soprattutto di coloro che vedono con sospetto l’influenza dell’Unione Europea e della NATO sul Paese”.
– L’annullamento del primo turno delle presidenziali è un evento senza precedenti. Quali sono le conseguenze per la democrazia rumena?
“Si tratta di un evento molto delicato e per certi versi pericoloso. Annullare un’elezione per sospetta interferenza straniera è una misura drastica, che può minare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. D’altro canto se le accuse di ingerenza sono fondate, la decisione può essere vista come un atto di difesa della sovranità nazionale. Tuttavia questa vicenda rischia di polarizzare ulteriormente la società rumena, con una parte dell’elettorato che vedrà Georgescu come una vittima di un sistema che non vuole cambiamenti”.
– Le accuse mosse a Georgescu e ai suoi collaboratori vanno dall’istigazione pubblica alla creazione di un’organizzazione di stampo fascista. Quanto è credibile questa ipotesi?
“L’accusa di aver creato un’organizzazione di stampo fascista è molto grave, e se dimostrata potrebbe portare a una condanna pesante. Tuttavia bisogna considerare il contesto: la Romania, come altri Paesi dell’Europa orientale, ha visto negli ultimi anni una crescita di movimenti nazionalisti e autoritari. Il caso di Georgescu potrebbe rientrare in questa dinamica, ma è necessario attendere ulteriori prove per confermare la natura eversiva delle sue attività”.
– L’arresto di Georgescu può rafforzare il consenso attorno a lui?
“Sì, è molto probabile. Storicamente i leader populisti traggono vantaggio dall’essere percepiti come “perseguitati” dal sistema. La sua base elettorale potrebbe radicalizzarsi ulteriormente, vedendo in lui una vittima di un complotto orchestrato dalle élite occidentali e dal governo rumeno. Il modo in cui verrà gestita la vicenda determinerà se la sua figura politica ne uscirà rafforzata o indebolita”.
– Quanto è reale la minaccia di un’ingerenza russa nelle elezioni rumene?
“La Russia ha un forte interesse a destabilizzare i Paesi dell’Europa orientale, e la Romania non fa eccezione. Tuttavia dimostrare un’ingerenza concreta è sempre complesso. Certamente Mosca potrebbe aver cercato di influenzare il dibattito politico attraverso propaganda e finanziamenti occulti, ma bisogna distinguere tra sospetti e prove effettive. Ciò che è certo è che la tensione tra Romania e Russia sta aumentando, e questa vicenda non farà che peggiorare i rapporti”.
– Quale scenario politico si prospetta ora per la Romania?
La situazione è molto incerta. Se le elezioni verranno riprogrammate, sarà fondamentale vedere se Georgescu riuscirà comunque a candidarsi e con quale sostegno. Intanto la crisi politica potrebbe avvantaggiare altre forze populiste o anti-establishment. Nel lungo periodo questa vicenda potrebbe rafforzare la narrativa di una Romania sotto attacco da potenze esterne, sia da est che da ovest, alimentando il clima di sfiducia e instabilità”.
Il caso Calin Georgescu rappresenta una sfida senza precedenti per la democrazia rumena. Le indagini in corso potrebbero confermare o smentire le accuse di ingerenza russa, ma nel frattempo il dibattito politico si è già radicalizzato. Come evidenziato dal professor Petcu, il rischio è che questa vicenda lasci un segno profondo nella società rumena, influenzando le dinamiche politiche per gli anni a venire.