Ruanda. La diplomazia “sportwashing” di Kagame

di Giacomo Capicciotti

Il 29 settembre scorso il Rwanda Development Board (RDB) ha ufficializzato di aver concluso delle nuove partnership con i Clippers e i Rams, due squadre sportive professionistiche losangeline militanti rispettivamente nella National Basketball Association (NBA) e nella National Football League (NFL). A partire dalla prossima stagione Visit Rwanda, il ramo del RDB incaricato della promozione del turismo, diventerà lo sponsor ufficiale di alcuni servizi all’interno del SoFi Stadium, stadio dei Rams, e del recentemente inaugurato Intuit Dome, palazzetto dei Clippers. Questi ultimi inoltre giocheranno con il logo Visit Rwanda ben visibile sulle proprie casacche. In cambio, le squadre losangeline sosterranno lo sviluppo dello sport nel Paese africano, mettendo i propri preparatori a disposizione dei giovani atleti ruandesi.
Questa non è la prima volta in cui il RDB si impegna in azioni di questo tipo; al contrario, è opinione sempre più condivisa che il governo guidato da Paul Kagame stia mettendo in atto una strategia ben precisa volta a pubblicizzare il proprio Paese a livello internazionale tramite lo sport. Tuttavia, numerosi giornalisti e osservatori internazionali hanno criticato i lati oscuri di questa particolare forma di propaganda, iniziando a scomodare il termine “sportwashing” per suggerire la nascosta volontà del governo ruandese di ripulire la propria immagine, sporcata da pesanti accuse di violazione dei diritti umani, attraverso tali operazioni di diplomazia sportiva. Secondo l’autorevole World Report, stilato annualmente da Human Rights Watch (HRW), il governo di Kagame si è macchiato di un’enorme quantità di violazioni, tra le quali spicca il “supporto operativo e logistico” fornito al March 23 Movement (M23), un gruppo ribelle che opera nelle province orientali della Repubblica Democratica del Congo allo scopo di controllarne il sottosuolo, ricco di materiali quali cobalto e coltan, fondamentali per la produzione di smartphone e automobili elettriche.
In questa occasione però il tempismo dell’ufficializzazione degli accordi ne ha amplificato la rilevanza. L’annuncio della firma delle partnership con le due squadre losangeline infatti è giunto subito dopo la chiusura dei campionati del mondo di ciclismo su strada, svoltisi a Kigali tra il 21 e il 28 settembre 2025, anche questa, secondo molti, una perfetta esemplificazione di sportwashing. Per tale ragione, il progetto ha attirato molte critiche, tra le quali quella dal Parlamento europeo, che lo scorso febbraio aveva suggerito una possibile cancellazione della competizione se il Ruanda avesse continuato a supportare l’azione dei suoi proxy nelle province congolesi del Nord e Sud Kivu. Questa linea dura non è stata, però, condivisa da David Lappartient, presidente dell’Unione Ciclistica Internazionale (UCI), che, in seguito a un colloquio con Paul Kagame, ha liquidato le preoccupazioni espresse dai leader politici europei, sposando la versione ruandese secondo la quale l’azione militare in Repubblica Democratica del Congo sarebbe dovuta a un timore di rigurgiti genocidari e dando dunque il suo avallo all’organizzazione della competizione sul suolo ruandese.
Vale la pena ricordare come il Ruanda non sia il solo a utilizzare questa particolare tipologia di diplomazia sportiva, da alcuni mesi a questa parte adoperata con continuità anche dalla stessa Repubblica Democratica del Congo. Che Kinshasa lo faccia solamente per non rimanere indietro sul piano diplomatico rispetto al ben più abile nemico ruandese? Possibile. Sta di fatto che, dopo lunghi mesi di protesta perché la comunità internazionale impedisse al Ruanda di concludere nuove partnership di questo tipo, e più in generale di piegare lo sport al servizio dei propri scopi politici, il governo congolese ha deciso di agire, stringendo accordi con l’AS Monaco, il Milan e il Barcellona.
Ma il Ruanda non si ferma e, dopo aver concluso partnership con l’Arsenal, il Paris Saint-Germain, il Bayern Monaco, l’Atletico Madrid, la Basketball Africa League (BAL) e l’UCI, è sbarcato anche negli Stati Uniti, ritagliandosi un posto nella massima lega dei due sport “americani” per eccellenza, la pallacanestro e il football americano. Quale sarà il prossimo obiettivo del RDB? Probabilmente la Federazione Internazionale dell’Automobile (FIA) in quanto già all’Assemblea Generale della FIA tenutasi a Kigali il 13 dicembre 2024, il presidente Kagame aveva annunciato formalmente l’intenzione del Ruanda di ospitare un Gran Premio di Formula 1, “riportando l’emozione della corsa in Africa” decenni dopo l’ultima tappa della competizione nel continente nel 1993, in Sudafrica.