Russia. Conflittualità ai vertici della sicurezza

di Giuseppe Gagliano

Se all’interno dei sistemi totalitari del passato, come il Nazismo e il Comunismo, vi era una certa conflittualità fra servizi di sicurezza, a maggior ragione nei sistemi democratici e in quelli autocratici, come quello russo, è fisiologicamente vivo lo scontro fra i poteri.
Il servizio di controspionaggio russo denominato SKR, guidato dall’ex direttore del Dipartimento di sicurezza economica dell’FSB (SEB) Sergei Korolev, ha fatto su ordine del presidente Vladimir Putin delle indagini segrete relative ad alcuni uomini chiave dell’apparato politico militare russo, in particolare nei confronti sia del vice ministro della difesa Timur Ivanov che di Alexei Krivoruchko, per sospetta corruzione.
Tuttavia i risultati dell’indagine sono stati volutamente ignorati dal presidente Putin, che non ha preso provvedimenti.
Infatti i due uomini chiave sono molto vicini all’attuale ministro della Difesa Shoigu, la cui gestione dell’operazione speciale in Ucraina è fatta oggetto di numerose critiche non solo da parte della FSB ma anche del leader del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin.
Il fatto che proprio a metà gennaio il presidente Putin abbia dato ruoli di grande rilevanza a uomini vicini all’attuale ministro della Difesa, nella fattispecie al capo di Stato maggiore Valery Gerasimov e al generale Alexander Lapin, liquidando il generale Sergey Surovikin, prova la conflittualità permanente nell’apparato di potere politico-militare russo. Nello specifico esiste un’evidente conflittualità tra l’FSB, il gruppo Wagner e il ministero della Difesa.