di Giuseppe Gagliano –
L’Artico non è solo strategicamente importante per gli USA, e più recentemente per la Cina, ma soprattutto per la Russia, la quale vede nella presenza atlantica un motivo di contenimento della sua politica di espansione.
Proprio allo scopo di consolidare la presenza russa in Artico il presidente Vladimir Putin ha firmato un decreto relativo alla politica statale nei confronti della regione artica valido fino al 2035.
Al di là della necessità, di estrema rilevanza a livello geopolitico, di tutelare l’integrità e la sovranità della Federazione Russa, gli obiettivi effettivi della politica del Cremlino sono lo sviluppo economico ed infrastrutturale dell’Artico, lo sviluppo della rotta del Mare del Nord ma soprattutto il potenziamento delle capacità di combattimento delle forze armate russe allo scopo di prevenire ogni eventuale aggressione ai danni degli interessi russi e dei suoi alleati.
Nello specifico il documento denuncia molto chiaramente l’esistenza di strategie da parte di Stati stranieri finalizzate a rivedere le disposizioni dei trattati internazionali, di ostruire l’azione della Federazione Russa in ambito economico e in altri contesti, la presenza sempre maggiore di Stati stranieri a livello militare e soprattutto il tentativo di screditare le attività della Federazione Russa nell’Artico. In altri termini il soggetto sottointeso di queste affermazioni sono ovviamente gli Stati Uniti.