Russia. Economia con segni contrastanti

di Giuseppe Gagliano

Negli ultimi mesi l’economia russa ha mostrato segnali contrastanti. Da un lato la crescita sostenuta dalla spesa pubblica e dalle esportazioni energetiche ha permesso a Mosca di resistere alle sanzioni occidentali. Dall’altro l’inflazione elevata, la svalutazione del rublo e l’aumento del debito delle imprese stanno creando nuove sfide per il governo di Vladimir Putin.
Secondo documenti interni analizzati da Reuters, il ministero dell’Economia e la Banca centrale russa avrebbero espresso preoccupazione per la possibile riduzione dei prezzi del petrolio a causa dell’aumento della produzione negli Stati Uniti e nei paesi OPEC. Un fattore che potrebbe compromettere le entrate fiscali russe, ancora fortemente dipendenti dall’export energetico.
A ciò si aggiunge il rallentamento della domanda interna, dovuto alla perdita di potere d’acquisto dei cittadini e al costo elevato del credito. I tassi d’interesse, mantenuti al 21% per contenere l’inflazione, stanno limitando gli investimenti, mentre la carenza di manodopera, legata sia alle sanzioni che alla mobilitazione militare, complica la crescita industriale.
Nonostante le difficoltà la borsa di Mosca ha registrato un’impennata nelle ultime settimane, spinta dalla speculazione su un possibile allentamento delle tensioni geopolitiche. Il rublo ha guadagnato valore, e l’indice MOEX ha superato i 3.200 punti, segno che gli investitori intravedono margini di stabilità.
A livello internazionale il dibattito sulle sanzioni continua. Mentre alcuni leader europei, come Viktor Orbán, auspicano una futura reintegrazione della Russia nell’economia globale, gli Stati Uniti restano fermi sulle misure punitive, valutando persino nuove restrizioni se Mosca non farà passi avanti su un accordo di pace con Kiev.
Per il Cremlino il dilemma è chiaro: continuare sulla strada della resistenza economica, accettando sacrifici interni, oppure cercare un compromesso che alleggerisca la pressione internazionale. Il 2025 potrebbe essere un anno decisivo per il futuro economico e politico della Russia.