Russia. Gas: Putin critica la ‘schizofrenia’ di Ue e Germania

di Giuseppe Gagliano

In occasione dell’Eastern Economic Forum di Vladivostok il presidente russo Vladimir Putin è intervenuto sulla questione del gasdotto Nord Stream 2 sollevando una critica diretta alla Germania e più in generale all’Unione Europea, accusandole di prendere decisioni “schizofreniche” in materia di approvvigionamento energetico. Il leader russo ha sottolineato come il gas naturale russo, di alta qualità ed economico, sia stato sostituito dal gas statunitense, che risulta molto più costoso e inquinante in quanto estratto con la tecnologia fracking, a causa delle sanzioni imposte sulla Russia e della crisi energetica scaturita dal conflitto in Ucraina.
Il gas estratto con la tecnologia fracking, cioè attraverso la creazione di piccoli terremoti artificiali, è proibita dalle leggi europee in quanto libera nell’aria alti quantitativi di metano.
Questo mette in luce un elemento chiave della geopolitica energetica: la dipendenza dell’Europa dal gas estero e la crescente difficoltà nel garantire una sicurezza energetica sostenibile in un contesto di tensioni geopolitiche. L’interruzione del Nord Stream 2, un’infrastruttura fondamentale per rifornire di gas l’Europa attraverso il Mar Baltico, è vista da Putin come un’azione contraria agli interessi economici europei, che avrebbe favorito in maniera sproporzionata gli Stati Uniti incrementando la loro esportazione di gas liquefatto verso il mercato europeo.
La critica di Putin riflette una più ampia crisi di sovranità per i paesi europei, che secondo il leader russo sarebbero incapaci di perseguire politiche energetiche indipendenti a causa della loro subordinazione alle decisioni di Washington. Questo scenario evidenzia come la sicurezza energetica non sia solo una questione economica, ma un vero e proprio strumento di potere geopolitico. Nel contesto attuale la gestione delle risorse energetiche diventa un fattore determinante nelle relazioni internazionali, influenzando non solo la stabilità economica dei paesi coinvolti, ma anche la loro capacità di agire autonomamente sulla scena globale.
L’Europa si trova dunque in una posizione delicata, divisa tra la necessità di garantire il proprio approvvigionamento energetico e l’adesione alle sanzioni imposte alla Russia. La dipendenza dal gas russo, che per decenni ha garantito stabilità energetica e prezzi competitivi, è stata interrotta per ragioni politiche, con conseguenze che potrebbero ridisegnare l’intero equilibrio energetico mondiale.
Il gasdotto è stato sabotato nel settembre 2022 da un commando di agenti ucraini.