di Giuseppe Gagliano –
La recente decisione della Duma e del Consiglio della Federazione di sospendere la partecipazione della delegazione russa ai lavori dell’Assemblea parlamentare dell’OSCE rappresenta un significativo passo indietro nelle relazioni tra la Russia e le istituzioni occidentali. Questa mossa, annunciata tramite un messaggio sul canale Telegram del vice-presidente della Duma, Pyotr Tolstoj, riflette una crescente frustrazione e un crescente distacco della Russia nei confronti delle organizzazioni internazionali che percepisce come ostili ai propri interessi.
Tolstoj ha descritto l’Assemblea dell’OSCE come un “circo russofobo”, sottolineando che la decisione non è motivata da considerazioni finanziarie, nonostante la perdita del 6% delle entrate dell’Assemblea derivante dalla sospensione della partecipazione russa. Questo linguaggio duro e il ritiro stesso segnalano una rottura significativa e una risposta diretta alle percepite provocazioni e critiche che la Russia ritiene ingiustificate e politicizzate.
Sul piano geopolitico la mossa della Russia si inserisce in un contesto di crescenti tensioni con l’occidente, amplificate dalle sanzioni economiche, dalle dispute territoriali e dalle divergenze su questioni di sicurezza internazionale. La sospensione della partecipazione all’OSCE può essere vista come un ulteriore passo verso l’isolamento diplomatico, ma anche come un atto di sfida e di autodeterminazione. La Russia sta cercando di affermare la propria autonomia e di resistere a ciò che percepisce come un’ingerenza occidentale nei suoi affari interni.
Questo ritiro avrà conseguenze tangibili sull’operatività dell’OSCE, non solo per la perdita finanziaria, ma anche per la diminuzione del dialogo diretto tra la Russia e gli altri Stati membri. La presenza russa all’interno dell’OSCE è sempre stata controversa, ma necessaria per mantenere un canale di comunicazione aperto. Senza la partecipazione russa l’Assemblea perderà un’importante voce critica, e ciò potrebbe portare a una polarizzazione ancora maggiore all’interno dell’organizzazione.
In definitiva la decisione della Russia di sospendere la sua partecipazione all’Assemblea Parlamentare dell’OSCE è un chiaro segnale della sua determinazione a resistere alle pressioni occidentali. Essa riflette una più ampia strategia di riaffermazione della sovranità nazionale e di riposizionamento geopolitico, mentre la Russia cerca nuovi alleati e partenariati al di fuori delle tradizionali strutture occidentali. Questo sviluppo mette in evidenza le crescenti divisioni nel panorama internazionale e pone nuove sfide alla diplomazia e alla cooperazione multilaterale.