Saint Vincent e Grenadine. Il premier Gonsalves tenta la transizione nella forma repubblicana

di Alberto Galvi

Il primo ministro di Saint Vincent e Grenadine, Ralph Gonsalves, spera di vedere il suo paese diventare una Repubblica, ma secondo un recente sondaggio condotto nei 15 paesi dove re Carlo III è capo di Stato, Saint Vincent e Grenadine è tra quelli più contrari a diventare una Repubblica.
Saint Vincent e Grenadine nel 2009 ha tenuto un referendum per diventare una Repubblica, ma è fallito. Il 45 per cento degli elettori ha scelto di sostituire la regina Elisabetta II con un presidente cerimoniale, ben al di sotto dei due terzi richiesti.
Buckingham Palace ha affermato di collaborare con uno studio indipendente che esplora il rapporto tra la monarchia britannica e la tratta degli schiavi nel XVII e XVIII secolo.
Gonsalves ha affermato che anche l’attuale primo ministro britannico, Rishi Sunak, ha sbagliato a rifiutarsi di scusarsi per il ruolo storico del Regno Unito nella tratta degli schiavi, aggiungendo che sarebbe un’opzione anche andare alla Corte penale internazionale per portare avanti la questione.
Saint Vincent e Grenadine è tra gli otto paesi caraibici che riconoscono ancora il re Carlo III come capo di Stato.  Nell’ultimo anno i leader politici delle Bahamas, Belize, Grenada, Giamaica, Saint Kitts e Nevis e Antigua e Barbuda hanno tutti indicato i loro piani per rivedere le loro posizioni come monarchie costituzionali.
Inoltre quest’anno Saint Vincent e Grenadine gioca un ruolo importante, perché ricoprirà la presidenza pro tempore della CELAC (Comunità degli Stati latinoamericani e caraibici), una comunità che conta 33 Stati membri. Questa è la prima volta che un membro della CARICOM (Comunità dei Caraibi) ha questo ruolo.