di Alberto Galvi –
La nazione di Samoa ha annunciato il suo primo caso di coronavirus mentre la pandemia continua a diffondersi nelle nazioni insulari del Pacifico. Quando la pandemia iniziò a diffondersi le Isole Samoa sfruttarono il loro isolamento geografico e chiusero rapidamente i loro confini per tenere lontano il virus.
Il primo caso delle Isole Samoa riguarda un marinaio che si trovava in una struttura di quarantena da quando era arrivato in aereo dall’Europa attraverso la Nuova Zelanda. Il velista ha restituito un test positivo quattro giorni dopo l’arrivo, ma poi un secondo test è risultato negativo.
La prossima ondata di arrivi di marinai alle Samoa è prevista con un volo charter dagli Usa. Il volo è stato posticipato. Restano da confermare altri due voli di rimpatrio dalla Nuova Zelanda previsti nei prossimi giorni.
Il primo ministro Tuilaepa Sailele Malielegaoi del partito HRPP (Human Rights Protection Party) ha chiesto alla popolazione di non farsi prendere dal panico nel suo discorso mentre il gabinetto del Paese ha convocato una riunione il cui ordine del giorno riguarda gli sviluppi sanitari delle ultime settimane.
Le Isole Samoa ospitano circa 200mila persone e la sua economia ruota intorno alla pesca, all’agricoltura e all’attività bancaria offshore. Inoltre molti giovani samoani che vivono all’estero rappresentano con le rimesse un importante fonte di reddito per il Paese.
Negli ultimi due mesi hanno perso il loro status di Paesi esenti da virus, le Isole Salomone, le Isole Marshall, Vanuatu e ora le Samoa. Sebbene nessuno abbia finora segnalato la trasmissione del contagio, rimangono i timori che un’epidemia incontrollata possa rapidamente sopraffare sistemi sanitari già deficitari.
Inoltre si ritiene siano ancora liberi dal virus le nazioni e i territori insulari come Kiribati, Nauru, Palau, Micronesia, Tonga e Tuvalu, i cui governi i sono stati combattuti tra rimpatriare migliaia di cittadini bloccati all’estero e il mantenimento delle loro isole libere dal virus.
L’approccio cauto adottato nelle isole del Pacifico è stato motivato dal timore che esse siano particolarmente vulnerabili a causa delle scarse infrastrutture ospedaliere. Inoltre una parte della popolazione ha condizioni di salute precaria dovuta agli alti tassi di obesità e di malattie cardiovascolari.
Per queste motivazioni le Samoa non potrebbero resistere a un aumento di contagi da Covid-19, come è già stato dimostrato durante l’epidemia di morbillo alla fine dello scorso anno, che ha causato 83 vittime, la maggior parte dei quali neonati e bambini piccoli.
I samoani si stanno preparando per le elezioni generali nell’aprile 2021 e nella prossima campagna elettorale avrà un ruolo importante nell’accaparrarsi i voti come sarà gestista la pandemia, sopra tutto da parte del governo in carica.