di Ezio Cairoli –
In occasione del suo 43o anniversario di ordinazione sacerdotale, Papa Leone XIV si è recato in visita al Centro Trasmittente di Santa Maria di Galeria, situato nella zona extraterritoriale vaticana a nord-ovest di Roma. Si tratta della sede storica del Centro Radio a onde corte della Radio Vaticana, oggi parte del Dicastero per la Comunicazione.
Accolto dal personale tecnico, il pontefice si è intrattenuto con i lavoratori, visitando le infrastrutture del sito, tra cui la sala dei trasmettitori, progettata dall’illustre architetto Pier Luigi Nervi, e la sala di controllo dedicata alle trasmissioni in onde corte. Ha mostrato vivo interesse per il funzionamento del sistema trasmissivo, delle antenne e per le moderne misure di digital disaster recovery. Con i presenti ha condiviso un momento di convivialità, festeggiando il suo anniversario con un semplice rinfresco.
Durante l’incontro, il Papa ha voluto ricordare il valore missionario delle onde corte, richiamando la sua esperienza personale: durante gli anni trascorsi in missione in America Latina e in Africa, ha potuto contare sulle trasmissioni della Radio Vaticana, spesso le uniche a raggiungere zone remote, prive di altre emittenti. Ha ribadito: «La comunicazione ha una vocazione missionaria e il vostro lavoro ha un valore prezioso, anche nei giorni di festa, come oggi che ricorre il Corpus Domini».
Il Santo Padre ha poi visitato l’intera area extraterritoriale, il cui status risale all’accordo firmato tra Italia e Santa Sede l’8 ottobre 1951. Proprio in riferimento a questo territorio, ha visionato i progetti attualmente in studio, legati al motu Fratello Sole: si tratta di un impianto agrivoltaico che dovrebbe garantire l’alimentazione elettrica non solo del Centro Radio, ma anche il fabbisogno energetico dell’intero Stato della Città del Vaticano.
Il Centro trasmittente di Santa Maria di Galeria fu inaugurato da Papa Pio XII nel 1957 e si estende su una superficie di circa 450 ettari. Storicamente, disponeva di un complesso di 28 antenne direttive per onde corte, costruite dalla Telefunken. L’ultima visita papale risaliva al 1991, quando vi si recò Giovanni Paolo II.
Negli ultimi anni, sotto il pontificato di Papa Francesco, la Radio Vaticana ha subito una profonda trasformazione. È stata integrata nel sistema di Vatican Media, perdendo il proprio logo e sito web, e interrompendo molte trasmissioni in onde corte. Diverse antenne sono state smantellate e si è chiuso un lungo contenzioso con lo Stato italiano, che aveva coinvolto anche il Tribunale di Roma. Alcuni cittadini della zona di Cesano, infatti, avevano segnalato un possibile legame tra le emissioni elettromagnetiche e un aumento dei casi di leucemia.
Nonostante questo ridimensionamento, Leone XIV ha voluto sottolineare oggi quanto le onde corte abbiano rappresentato una risorsa fondamentale per l’evangelizzazione e la presenza della Chiesa nei territori più difficili da raggiungere. Le sue parole sono risuonate come una riaffermazione della vocazione originaria della Radio Vaticana.
Del resto, la storia dell’emittente vaticana è costellata di episodi significativi. Già alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale, nel 1939, trasmetteva regolarmente in numerose lingue (italiano, francese, inglese, tedesco, spagnolo, portoghese, polacco, ucraino e lituano) diventando un punto di riferimento spirituale e morale in Europa. Gli storici radiomessaggi di Pio XII trasmessi durante il conflitto furono seguiti con trepidazione e viva emozione da milioni di persone, mentre la Radio Vaticana si faceva portavoce della verità e conforto per le vittime e per coloro che lottavano contro l’oppressione.
Uno dei servizi più commoventi offerti dall’emittente, come ricordato da padre Federico Lombardi, fu quello dedicato al rintracciamento dei dispersi (civili e militari) e alla trasmissione dei messaggi delle famiglie ai prigionieri. Tra il 1940 e il 1946 furono trasmessi oltre 1.2 milioni di messaggi in più di 12 mila ore di programmazione. In alcuni casi, le voci degli speaker giunsero direttamente nei campi di prigionia, grazie a trasmissioni diffuse con altoparlanti. È una delle pagine più belle e toccanti della storia della Radio Vaticana.
Infine, tornando all’anniversario sacerdotale del pontefice, Robert Francis Prevost fu ordinato sacerdote proprio il 19 giugno 1982, nella cappella di Santa Monica a Roma, a pochi passi da Piazza del Sant’Uffizio, dove ha risieduto dal 2023. A conferirgli l’ordinazione fu l’arcivescovo belga Jean Jadot, figura di spicco della diplomazia vaticana, già delegato apostolico e pro-nunzio in Asia, Africa e Stati Uniti.
Prevost, all’epoca ventisettenne, era entrato nell’Ordine di Sant’Agostino cinque anni prima, aveva emesso i voti solenni nel 1981 e completato gli studi in Diritto canonico alla Pontificia Università San Tommaso d’Aquino. Nel 1985 fu inviato missionario in Perù, nella diocesi di Chulucanas (regione del Piura). Come immagine ricordo della sua ordinazione scelse un’icona russa del XV secolo raffigurante l’Ultima Cena, accompagnata dalle parole del Sermone 339 di Sant’Agostino: «Per me sfamare tutti voi con del pane comune è qualcosa che non posso fare. Ma questa Parola è la vostra porzione. Vi nutro dalla stessa mensa che nutre me. Sono il vostro servo».