di Alberto Galvi –
Il Parlamento serbo è stato sciolto dal presidente Aleksandar Vucic, che ha indetto elezioni anticipate per il 17 dicembre con l’obiettivo di consolidare la sua autorità nel momento in cui sta cercando di normalizzare i legami con il Kosovo, la principale precondizione per l’adesione all’Ue.
L’anno scorso Vucic si è assicurato il suo secondo mandato quinquennale, e si è dimesso da capo del SNS (Partito Progressista Serbo) a maggio, ma esercita ancora una notevole influenza sulle politiche del partito. Le elezioni parlamentari coincideranno con le votazioni locali in 65 comuni, inclusa la capitale Belgrado. Il voto e l’assenza di un Parlamento funzionante permetteranno a Vucic di guadagnare tempo e ritardare le decisioni sui legami con il Kosovo indipendente e prevalentemente albanese, che la Serbia considera ancora una propria provincia meridionale.
La presidente dell’esecutivo dell’Ue, Ursula von der Leyen, ha dichiarato che sia la Serbia che il Kosovo devono intensificare gli sforzi per normalizzare le relazioni dopo l’ultima ondata di violenza, se vogliono aderire al blocco. La Serbia deve anche adottare le sanzioni occidentali contro la Russia per l’invasione dell’Ucraina, sradicare la corruzione e la criminalità organizzata, riformare l’economia, migliorare il sistema giudiziario, il clima imprenditoriale e la situazione dei diritti umani.
Le due sparatorie avvenute lo scorso maggio hanno scatenato rabbiose proteste e chiesto le dimissioni del presidente e di altri leader. Vucic aveva tempo fino al 2 novembre per indire le elezioni generali in tandem con le elezioni locali. In questo modo Vucic mira anche a consolidare i suoi ranghi e a riformare il SNS al potere.