Settore auto: la crisi si fa più forte

Notizie Geopolitiche –

Questa pandemia che sta investendo tutti i settori dell’industria fa più male in alcuni comparti: uno di questi è sicuramente quello automobilistico. Già il 2019 i numeri avevano chiuso in negativo ma il 2020 si avvia ad essere ricordato come il più nefasto della storia dell’industria automobilistica.
Soltanto in Europa gli occupati nel settore automobilistico sono circa 3 milioni e quattrocentomila, rappresentando l’11,3% di tutti gli occupati nei settori dell’industria. L’Italia ha una grande tradizione nel settore e impiega ben 216.00 addetti, senza considerare l’indotto, quella miriade di piccole aziende che costruiscono tappetini auto, rivestimenti e accessori. Certo niente a che vedere con gli oltre 800.000 occupati in Germania nel settore auto. In Europa il nostro paese viene superato, come numeri di addetti, anche da Francia, Polonia, Romania, Gran Bretagna e addirittura dalla Repubblica Ceca.
Il rischio di questa emergenza è soprattutto per i concessionari: uno su cinque corre il rischio di chiudere. Da qui il tentativo dei governi di varare delle misure di incentivi all’acquisto, estendendoli anche ai modelli a benzina e gasolio. Questa stima delle possibili chiusure viene da Italia Bilanci che da anni segue i conti del settore e non è quindi un grido esagerato della categoria.
In base a questi studi sono stati presentati due scenari: in uno potrebbe arrivare a chiudere un 20-30% dei concessionari, nell’altro, più pessimistico, si arriverebbe anche al 40%. Questo imprevisto arriva fra l’altro in un momento di transizione del mondo dell’auto: dai carburanti classici all’ibrido e al full electric.
Come sarà il futuro per il mercato dell’auto? A giugno, dai dati di Federauto, la Federazione Italiana dei concessionari auto, il mercato è ripartito ma con vendite dimezzate rispetto allo scorso anno. Qualche segnale di ripresa si è avuto da settembre; sembra infatti che gli italiani abbiano approfittato degli incentivi per cambiare il proprio veicolo. Le concessionarie hanno avuto le agende piene di appuntamenti, con i clienti scaglionati in modo da non avere assembramenti, interessati appunto a rendere la propria auto e a prendere un nuovo modello. Molto successo hanno riscosso i veicoli a metano che hanno fatto segnare un +11,9 %. in calo costante invece tutti i modelli diesel che hanno avuto un crollo dell’8,1%.
Calo sostanzioso anche per i modelli a GPL (-33,1%) e per quelli a benzina (-17,7). Grazie anche all’operazione Ecobonus volano i numeri dell’elettrico che è arrivato ad occupare il 2% dell’intero comparto della produzione auto. Tutte le speranze del settore sono riposte oggi in questo grande cambiamento ecologico in atto in tutti i settori della società. Un nuovo modo di concepire l’auto e quindi nello studio di veicoli elettrici molto meno impattanti. L’esempio di Testa è lampante: un’azienda nata dalla staticità del settore e che ha sempre puntato, fin dalla nascita, al full electric. Oggi tutte le case automobilistiche sono costrette ad accelerare tutto il processo di innovazione per non rischiare, in un prossimo futuro, di essere superate nei modelli e nell’usabilità del mezzo. Oramai i modelli e le tecnologie rischiano in pochi anni di essere superate. Quindi sarà giocoforza investire risorse e impegno per studiare modelli di auto che rispondano ai bisogni reali dei consumatori del domani.