Si apra il dibattito sul CETA tra Ue e Canada

Le visioni di Alfonso Pecoraro Scanio e Sergio Passariello.

Cs

Si è concluso positivamente il 17mo summit tra Canada e Unione Europea, svoltosi nella città canadese di Montreal. Il summit ha visto la firma di un partenariato sugli oceani tra Canada e Unione Europea. Tra gli argomenti di cooperazione economico-commerciale che si sono approfonditi, vi è l’accordo sul CETA. Il primo ministro canadese ha affermato di voler rafforzare tale accordo offrendo un programma economico vantaggioso per futuri scambi in tutto il globo.
L’Unione Europea è il secondo partner commerciale e d’investimento del Canada, un alleato in politica estera e un’importante protagonista per la sicurezza internazionale. Allo stato attuale, l’accordo economico e commerciale globale (CETA) tra Unione europea e Canada non ha portato alle conseguenze negative che alcuni analisti e politici profetizzavano. L’appello è al dibattito pubblico sia in Italia che in Canada. Un appello che viene lanciato dal Portale di Approfondimento Economico, registrato a Malta, “Imprese del Sud” con un approfondimento del giornalista e analista geopolitico Domenico Letizia.
Sempre per “Imprese del Sud” è intervenuto Alfonso Pecoraro Scanio, già ministro dell’Ambiente e presidente della Fondazione UniVerde che sul CETA ha dichiarato: “Ritengo che i trattati che l’Unione Europea realizza con altri stati devono tener conto di vari punti. Sicuramente il CETA, come altri trattati, sono utili in ambito industriale, ma assolutamente non adeguati in ambito agrario e nel mondo legato all’agricoltura. Escludiamo l’agricoltura da tali trattati oppure dobbiamo tener conto che l’agricoltura italiana, e in parte anche quella europea, ha tutta una serie di regolamentazioni sulla produzione e la lavorazione. Non utilizziamo il glifosato come in Canada o altri pesticidi pericolosi, oppure l’ormone della carne come avviene negli USA. La nostra agricoltura e l’alimentazione hanno una serie di tutele in Italia, come il non utilizzo degli organismi geneticamente modificati e la certificazione, visibile anche al consumatore con le etichette, di ogni sostanza o elemento che non sia quello naturale. Fare accordi e riconoscere alcuni elementi che sono fuori le nostre tutele, autorizzando alla vendita prodotti che non rispettano la tracciabilità oppure che sono delle vere e proprie imitazioni come il “parmesan”, che non riguarda la produzione italiana, è semplicemente inaccettabile.
Dobbiamo continuare ad avere buoni rapporti con il Canada, ovvio, accordi per migliorare la cooperazione in ambito industriale ed eliminare burocrazia è certamente utile, ma il tema dell’alimentazione e dell’agricoltura è troppo importante per non prestare estrema attenzione. Su tali aspetti, dovremmo essere cauti, non solo sul CETA ma anche il trattato “Mercosur” con il Sud America, rispettando e valorizzando le esigenze dell’agricoltura italiana e dei suoi produttori”. Invece, sempre dalle pagine del Portale, Sergio Passariello, presidente del Consorzio Euromed e della NGO maltese MACTT (Mediterranean Academy of Culture, Tourism and Trade di Malta) ha dichiarato: “Ho la necessità di evidenziare che il CETA non è un accordo verticalizzato su specifico settore ma riguarda numerosi ambiti, come lo scambio di competenze e professioni, gli appalti pubblici, la commercializzazione e la collaborazione manifatturiera, farmaceutica, industriale, agricola e di tantissimi altri settori. In Italia, purtroppo, spesso anche strumentalmente, il dibattito si è concentrato esclusivamente sul settore agricolo, generando sospetto su un accordo che ritengo rivoluzionario e che può divenire la cornice per migliorare la posizione commerciale delle nostre imprese sui mercati internazionali. Inoltre, va ricordato che tale accordo vieta la commercializzazione di alimenti di base e trasformati che non rispettano le normative sanitarie e di controllo stabilite nei paesi firmatari, così come vieta assolutamente l’utilizzo di simboli, nomi, o altre diciture che possano confondere il consumatore sulla reale origine dei prodotti, il c.d. Italian Sounding. Come Consorzio Euromed, abbiamo realizzato assieme ad alcuni tirocinanti dell’Università di Messina, Dipartimento Scienze Politiche Internazionali, uno studio approfondito sul CETA, che sarà disponibile a breve online. Ritengo che la corretta informazione, scevra da interessi politici ed associativi, debba assumere un ruolo prevalente, specialmente tra le imprese meridionali italiane, che partono svantaggiate sul mercato canadese, non avendo potuto usufruire di canali commerciali adeguati, come di contro hanno fatto le imprese posizionate nelle regioni del Centro Nord. A tal proposito, anche grazie ai rapporti commerciali consolidati tra Malta e Canada, è nostra idea lanciare il prima possibile il CETA BUSINESS FORUM in collaborazione con il network Malta Business, già presente in Canada”.
Quello del CETA è un progetto che merita attenzione e soprattutto conoscenza per le medie e piccole imprese che caratterizzano la nostra Penisola, così come stanno elaborando e diffondendo dal portale “Imprese del Sud”.