Siria. Continua il braccio di ferro tra Mosca e Washington

di Francesco Cirillo –

Si rischia il silenzio radio tra Washington e Mosca a causa delle forti divergenze sulla Siria. Gli Usa avevano inviato una richiesta di tregua della durata di 7 giorni ricevendo il “niet” del Cremlino che ha in seguito allegato una controproposta di solamente 48 ore di tregua. Per la diplomazia americana è stato impossibile accettare una proposta del genere senza tuttavia giustificarne il rifiuto. Mosca ha quindi ribadito con forza il suo supporto aereo alle forze di Damasco che stanno assediando Aleppo Est,zona sotto controllo dei “ribelli”.
I vertici militari russi hanno dichiarato che una tregua della durata di 7 giorni avrebbe dato ai jihadisti di al-Qaeda e ai ribelli loro alleati il tempo necessario per riorganizzarsi e sferrare nuovi attacchi alle linee dell’esercito regolare.
La tregua del 10 settembre era saltata dopo che gli aerei Usa avevano colpito le postazioni dell’esercito siriano nella zona di Deir Ez-Zor, nella Siria orientale. La zona è in realtà una sacca che vede i militari di Damasco essere accerchiati dai jihadisti dell’Isis, i quali si sono trovati così avvantaggiati da quello che poi gli Usa hanno definito “un proprio errore” ed hanno occupato posizioni strategiche e avanzato verso la base aerea controllata dalle forze siriane.
In tutta risposta la Russia ha colpito, secondo fonti militari Usa, un convoglio umanitario delle Nazioni Unite diretto ad Aleppo, un gesto definito dalle Nazioni Unite come crimine di guerra.
Al consiglio di sicurezza Onu glo Stati Uniti, la Francia e la Gran Bretagna hanno accusato la Russia del raid sul convoglio umanitario, ma la Russia ha risposto che è colpa di Londra e Washington se si è venuta creare l’instabilità in Siria e la fine della tregua firmata a Ginevra il 10 settembre. John Kerry, segretario di Stato Usa, ha poi minaccia la totale cessazione dei canali cooperativi sulla crisi siriana con Mosca; le truppe di Damasco, le quali sono supportate da milizie sciite irachene e da Hezbollah libanesi, si stanno ora preparando ad un massiccio attacco di terra verso le zone ribelli di Aleppo.