Siria. Offensiva dei regolari a nord: 180mila sfollati. Missili di al-Qaeda su un villaggio cristiano

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Prosegue l’offensiva dell’esercito regolare sulla provincia di Idlib, in un’area non distante dal confine con quella di Hama; si tratta di zone che sarebbero dovute servire come di de-escalation, cioè dove sono stati portati a seguito degli accordi di Astana (Iran, Russia e Turchia) i cosiddetti “ribelli”, spesso combattenti jihadisti di ogni genere, con le loro famiglie.
Gli attacchi dell’esercito sono supportati dai raid russi, per cui non ha sortito effetto la telefonata del 10 maggio scorso del ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, al collega russo Sergei Lavrov per chiedere uno stop ai bombardamenti.
L’Onu ha riferito oggi di 180mila sfollati, un’emergenza in crescendo, come pure che dal 29 aprile al 9 maggio sono stati colpiti 15 tra ospedali e cliniche mediche, 16 scuole e tre campi profughi.
L’Osservatorio siriano per i diritti umani ha affermato che i missili che hanno colpito nel pomeriggio il villaggio cristiano di al-Sekelbiya, nella provincia di Hama, sono stati sparati da una zona controllata dai jihadisti di Hayat Tahrir al-Sham, ramo siriano di al-Qaeda (ex al-Nusra). Nell’attacco sono rimasti uccisi 4 bambini.