Siria. Per l’Onu fu il regime a usare le armi chimiche a Khan Sheikhoun, ma la Russia si mette di traverso

di Enrico Oliari

Il comitato investigativo congiunto di Onu e Opac (Organizzazione proibizione armi chimiche), incaricato di indagare sull’uso di armi chimiche nel conflitto siriano, ha pubblicato un rapporto secondo il quale vi sarebbe la responsabilità dell’esercito di Damasco dietro l’attacco con i gas dello scorso aprile a Khan Sheikhoun, in cui morirono oltre 90 persone, perlopiù combattenti di gruppi ribelli con le loro famiglie.
L’ambasciatrice Usa presso il Palazzo di Vetro, Nikki Haley, è immediatamente intervenuta affermando che “si tratta di una conferma indipendente dell’uso delle armi chimiche da parte di Damasco. E nonostante questo, ci sono ancora alcuni paesi che cercano di proteggere il regime”. Haley ha poi aggiunto che “Questo deve finire adesso, perché ignorare l’enorme quantità di prove in proposito dimostra una deliberata mancanza di rispetto per le norme internazionali”. “Il Consiglio di Sicurezza – ha insistito – deve inviare un messaggio chiaro, che l’uso di armi chimiche da parte di chiunque non sarà tollerato: i paesi che non sosterranno la condanna dell’Onu non saranno migliori dei dittatori o dei terroristi che usano queste armi terribili”.
La Russia ha tuttavia posto il veto ad un progetto di risoluzione di condanna redatto proprio dagli Usa, anche perché sembra che gli Stati Uniti vedano solo quello che conviene loro vedere. Infatti tutti in Siria hanno usato i gas contro tutti, ed anche nella conquista di Aleppo i ribelli, supportati dagli alleati qaedisti di Jabat Fatah al-Sham (ex al-Nusra), hanno usato le armi chimiche contro i militari siriani nel tentativo di sfondare ad nella parte occidentale della città.
C’è poi il caso dell’attacco con i gas nel sobborgo della capitale di Gutha dell’agosto 2013 (1.729 morti), fatto per cui l’allora amministrazione Obama voleva intervenire bombardando le forze del regime, ma per il quale poi le responsabilità si rivelarono quantomeno dubbie.
L’anno di mandato del team di esperti Onu-Opac scade il 18 novembre, ma il veto posto da Mosca ne bloccherà il rinnovo.