Siria. Torna dopo 50 anni la Massoneria

di Enrico Oliari

Ancora non si conosce il destino della Siria, specialmente dopo che il potere è stato assunto da Tahrir al-Sham, erede di al-Qaeda e considerato come gruppo terroristico da Usa e Ue, con accuse di crimini di guerra e contro l’umanità. Ahmad al-Sharaa, con un passato in al-Qaeda e Isis e oggi a capo del governo di transizione, ha dato rassicurazioni urbi et orbi di un’impostazione moderata e rispettosa delle minoranze etniche e religiose.
In questi giorni la presidenza del Consiglio supremo delle Logge del Grande Oriente Siriano ha emesso una dichiarazione in cui afferma, a seguito del crollo del governo di Bashar al-Assad, l’intenzione di ristabilire la propria presenza nel paese mediorientale.
Nella nota emessa dalla presidenza si legge che, dopo 50 anni di messa al bando, di costrizione alla segretezza e di soppressione di qualsiasi organizzazione che potesse rappresentare una minaccia al controllo del regime siriano, è arrivato il momento di “ricostruire i templi”, e che “la patria sia per tutti i suoi figli sotto l’ombrello e lo stato di diritto”.
Il comunicato precisa anche che “la Massoneria non è un partito politico, bensì un corpo che sostiene legami fraterni, di uguaglianza e di libertà lontano da competizioni tra i partiti”.
La Massoneria ha avuto impulso in Siria alla fine del XIX secolo, attirando fra le sua fila riformatori e oppositori del regime ottomano. Le logge erano interetniche e multiconfessionali, e sotto il mandato francese (1920-1946) vi fu una notevole espansione con l’influenza della Gran Loggia di Francia e del Grande Oriente di Francia: un’eventuale rinascita della Libera Muratoria nel paese dilaniato da dittature, estremismi e conflitti, potrebbe essere una delle cartine di tornasole utili all’occidente per valutare l’autenticità dei propositi di al-Shara.