di Giuseppe Gagliano –
Dietro le quinte la Russia continua a svolgere un ruolo estremamente rilevante nel contesto dell’intelligence e della diplomazia segreta. Grazie alla mediazione russa ad agosto è stato organizzato un incontro tra Hakan Fidan, capo del servizio di intelligence del MIT turco, e Ali Mamlouk, capo dell’Ufficio per la sicurezza nazionale della Siria. Questo incontro è la conseguenza di un vertice tripartito tra Vladimir Putin, il presidente iraniano Ebhrahim Raisi e il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Un ruolo rilevante è stato naturalmente anche svolto dal segretario del Consiglio di sicurezza nazionale Nikolay Patrushev, dal ministro della difesa Sergei Shoygu e dall’inviato speciale Onu per la Siria Alexander Lavrentiev.
La Siria continua a chiedere, otre al rispetto della sovranità sui propri territori, il ritiro delle truppe turche dal territorio siriano e soprattutto la fine del sostegno della Turchia alle milizie ribelli. Inoltre è stata espressamente fatta la richiesta di riaprire l’autostrada M4 e l’incrocio Bab al-Hawa, tra Idlib e la Turchia. Da parte turca è stata fatta la richiesta di mantenere una striscia di 35 km tra i due paesi e consentire il ritorno dei rifugiati siriani, ma soprattutto è stato chiaramente detto alla Siria che le milizie dell’Ypg curdo sono considerate dalla Turchia forze terroristiche.
Mosca si è detta disponibile a mediare nonostante le proposte siano difficilmente conciliabili. La Siria a sua volta, per dimostrare la propria disponibilità, ad agosto ha nominato Bashar Jaafari, ex vice ministro degli Esteri, ambasciatore plenipotenziario a Mosca.