Siria. Turchi e siriani accerchiano al-Bab. Continua l’avvicinamento a Palmira

di Angelo Gambella –

Giornata densa di combattimenti iella di ieri in tutta la Siria. Le operazioni militari di maggior peso hanno interessato il settore di Palmira e quello di al-Bab.
Nell’ovest di Palmira, presa dai jihadisti in novembre, un tentativo di controffensiva dell’Isis ha impegnato severamente i governativi siriani intorno ai giacimenti del gas naturale di Hayann, installazione in precedenza data alle fiamme dai militanti. I siriani hanno nel mirino i campi di Mhar e Jizal a nord-ovest di Palmira. Lungo lo stesso fronte le forze armate siriane sono riuscite ad avanzare nei giorni scorsi lungo l’autostrada e sono attualmente attestate attorno alle prime fattorie dell’oasi a circa 15-16 km dal cosiddetto triangolo di Palmira, e a 19-20 km dalla città. Anche gli esperti paramilitari di “Liwaa Suqour Al-Sahra”, ovvero i Falchi del Deserto, hanno raggiunto la 5a Legione siriana impegnata ad ovest di Palmira.
La lunga battaglia per al-Bab nel nord della Siria, a nord-est di Aleppo, è giunta ad una svolta. I combattenti dell’Isis, finora in grado di resistere agli attacchi turchi, hanno subito rovesci a sud sotto la spinta dei reparti siriani delle Forze Tigre. In mattinata le località di al-Maibal e Maz’oulah e la collina di Huwaran sono state prese all’esercito siriano. Nel pomeriggio i siriani hanno liberato Birat al-Bab portandosi così ad una manciata di chilometri da Tadif e al-Bab stessa, chiudendo definitivamente l’assedio alla strategica città siriana. In serata sono però i miliziani filo-turchi, che combattono per l’operazione “Scudo dell’Eufrate”, ad aver iniziato una nuova offensiva da nord. L’attacco è direttamente supportato dall’esercito turco.
L’azione delle forze armate turche da nord, congiuntamente a quella portata dai siriani da sud, è stata resa possibile unicamente dalla stretta supervisione operata dalla Russia che fornisce il coordinamento e la garanzia necessaria per evitare pericolosi danni collaterali. Le forze aerospaziali russe e la forza aerea turca hanno effettuato ieri sera in maniera coordinata una serie di raid sulle posizioni dell’Isis, mentre i siriani per tutto il giorno hanno eseguito sortite aeree in supporto dei propri soldati sul terreno.
Non è ancora chiaro se saranno i miliziani filo turchi da nord, o i governativi siriani ad entrare per primi ad al-Bab. La battaglia richiederà ancora del tempo, ma la resistenza degli uomini del Califfato non sembra poter proseguire a lungo.
Intanto da Damasco Bashar al-Assad ha rinnovato il decreto che consente ai miliziani di deporre le armi e di riconciliarsi con il governo. L’agenzia ufficiale SANA ha riportato che l’amnistia è stata estesa fino al 30 giugno 2017. Lo stesso presidente siriano ha dichiarato ai media belgi che la pace in Siria si otterrà combattendo il terrorismo e “fermando il flusso dei terroristi e di ogni supporto logistico”. Pesanti accuse sono state nel frattempo lanciate da Amnesty nei confronti del regime siriano per esecuzioni che avrebbero avuto luogo negli anni in una prigione sotto il controllo dei lealisti, affermazioni però respinte. Ma è di oggi la notizia di uno scambio di prigionieri avvenuto dalle parti di Qal’at Mudiq: si tratta di 54/55 persone per parte trasferite tra governativi e ribelli sotto la supervisione della Mezzaluna rossa.