Sochi: terrorismo, politica e diritti civili. Le Olimpiadi diventano anti-sportive

di Giovanni Aversa –

russia olimpiadi sochiSituazione siriana, situazione ucraina, polemica sui diritti gay e sullo sfondo una regione caucasica teatro di terrorismo islamista e indipendentismo ceceno. Il fattore sportivo nell’ultima edizione olimpica rischia di diventare un aspetto puramente secondario. Intanto la Russia mostra i muscoli: i Giochi Olimpici di Sochi sono i più costosi mai realizzati nella storia della competizione (50 miliardi di dollari) e nella cerimonia d’apertura, la “grande Russia di Putin” è il tema sbandierato al resto del mondo. Obama è il grande assente e sfida il “nuovo Zar” sul tema dei diritti civili e non solo. Una scena già vista. Già nel 1980 gli Stati Uniti boicottarono le Olimpiadi russe di Mosca e ora il Cremlino sembra ricascarci. Angela Merkel, altra grande assente, fa sfilare la rappresentanza tedesca in divisa pro-gay e molti rappresentanti europei declinano l’invito di Putin. Nella principale occasione di visibilità globale, i leader mondiali giocano a nascondino. Ma a tener banco sui tavoli della diplomazia internazionale non c’è solo il tema dei diritti civili. Terrorismo e geopolitica la fanno da padroni in uno scenario mondiale che vede la Russia contrapposta su tutti i fronti alle potenze occidentali. La situazione siriana, in primis, vede Stati Uniti, Francia e Regno Unito sostenere i ribelli contro il regime di al-Assad mentre Russia e Cina sostenere il governo siriano sia in ambito diplomatico che militare. Contemporaneamente in Ucraina continua il braccio di ferro tra Europa e Russia per firmare l’accordo di associazione con Bruxelles o l’accordo per l’Unione Euroasiatica con Mosca. Insomma gli ingredienti per far accendere la fiamma olimpica ci sono tutti.