Somalia. Dissidi tra primo ministro e presidente: si aggrava la crisi istituzionale

di Giuseppe Gagliano

Il primo ministro somalo ha sospeso lunedì il capo dell’intelligence, provocando una dura reazione da parte del presidente e mettendo in evidenza le crescenti divisioni all’interno dell’élite politica. La sospensione, innescata da una disputa su un’indagine per omicidio irrisolta, ha seguito mesi di dispute che hanno minacciato di destabilizzare ulteriormente un paese già lacerato da attacchi di militanti e rivalità tra clan. Il primo ministro Mohammed Hussein Roble ha detto di aver chiesto a Fahad Yasin, direttore della National Intelligence Service Agency (NISA) della Somalia, di dimettersi per non aver denunciato l’omicidio di uno degli agenti dell’agenzia.
Poco dopo il presidente Mohamed Abdullahi Mohamed ha rilasciato una propria dichiarazione definendo incostituzionale la decisione del primo ministro. Infatti l’attuale direttore dovrebbe continuare a essere il direttore della NISA, ha detto il presidente. Il capo della polizia somalo ha convocato lunedì una riunione di sicurezza di emergenza, come hanno riferito agenti alla Reuters a condizione di anonimato, senza entrare nei dettagli.
“Questo dimostra che la spaccatura tra il presidente e il primo ministro è totalmente aperta, qualcosa che ribolle sotto la superficie da un po’ di tempo”, ha detto alla Reuters Mahmood Omar, analista somalo presso l’International Crisis Group.
La causa immediata della disputa, cioè l’omicidio della giovane agente donna Ikran Tahlil Farah, che lavorava nel dipartimento di sicurezza informatica e che è scomparsa alla fine di giugno, è stata una questione molto controversa.
La scorsa settimana il governo ha incolpato il gruppo islamista militante al-Shabaab per la sua morte, provocando dozzine di post sui social media arrabbiati da parte di persone che affermavano che l’agenzia stessa fosse coinvolta. Al-Shabaab ha negato ogni coinvolgimento.
Tutto ciò seminerà gravi divisioni all’interno dei servizi di sicurezza e porterà al tipo di violenza che si è visto ad aprile tra le forze di sicurezza frammentate.
Ad aprile fazioni delle forze di sicurezza hanno preso posizione nella capitale, infuriate per le misure di prolungamento del mandato presidenziale da due a quattro anni, provvedimenti osteggiati dal primo ministro e dall’opposizione. Questo scontro si è risolto quando il presidente ha affidato al primo ministro la responsabilità della sicurezza e dell’organizzazione di elezioni indirette ritardate.
Il voto dei legislatori da parte degli anziani doveva concludersi questa settimana, con l’elezione di un presidente e il giuramento dei parlamentari la prossima settimana, in tempo per scegliere un presidente il 10 ottobre. Tuttavia lunedì il voto per i membri della camera bassa del parlamento è stato rinviato a fine novembre, causando un ulteriore ritardo nell’intero processo.