di Giuseppe Gagliano –
Il Parlamento turco ha approvato una mozione per il dispiegamento delle forze armate in Somalia, iniziativa che segna un ulteriore consolidamento della presenza militare e strategica della Turchia nel Corno d’Africa. L’operazione biennale ha come obiettivo principale il supporto alle operazioni antiterrorismo di Mogadiscio, in un contesto in cui il gruppo al-Shabaab, affiliato ad al-Qaeda, continua a minacciare la stabilità della regione con una violenta insurrezione. Dal 2006 al-Shabaab ha cercato di instaurare uno stato islamico fondamentalista, rendendo la situazione della sicurezza in Somalia estremamente precaria. La Turchia, da oltre un decennio, fornisce addestramento, assistenza e consulenza alle forze di difesa e sicurezza somale, ma le sfide economiche hanno ostacolato l’efficacia di tali forze. La recente decisione di Ankara di inviare una nave esplorativa al largo delle coste somale entro la fine dell’anno per la ricerca di petrolio e gas, in linea con un accordo di cooperazione sugli idrocarburi, riflette l’interesse strategico della Turchia nelle risorse naturali della regione.
Questo impegno non solo rafforza le relazioni bilaterali tra Turchia e Somalia, ma evidenzia anche l’approccio della Turchia nel combinare aiuti militari con interessi economici. Tuttavia la presenza turca in Somalia e il dispiegamento militare sollevano domande sulla sovranità e sulla capacità della Somalia di gestire autonomamente la propria sicurezza nazionale. La cooperazione economica e di difesa tra i due Paesi, sebbene vantaggiosa, potrebbe comportare una dipendenza prolungata dalle forze turche, influenzando gli equilibri geopolitici della regione. Con l’espansione delle operazioni turche nel settore degli idrocarburi, la Turchia mira a rafforzare la propria posizione nel contesto energetico globale, sfruttando le risorse naturali della Somalia. L’impegno turco in Somalia rappresenta dunque una mossa strategica che risponde sia a esigenze di sicurezza che a interessi economici, in un delicato equilibrio che definirà le future dinamiche di potere nel Corno d’Africa.