Sri Lanka. Celebrato il suo 75mo anniversario dell’indipendenza

di Alberto Galvi –

Lo Sri Lanka ha celebrato il suo 75mo anniversario dell’indipendenza lo scorso 4 febbraio, con molti cittadini arrabbiati con la classe politica e non in vena di festeggiare. Il presidente Ranil Wickremesinghe ha affermato che per ripristinare i buoni rapporti fra le varie etnie del paese bisogna liberare terreni occupati dai miliziani nel nord Tamil e rilasciare sospetti detenuti per presunti collegamenti con un movimento ribelle separatista ormai alla fine. Wickremesinghe ha anche promesso di devolvere il massimo potere possibile alle regioni Tamil.
I ribelli Tamil hanno combattuto per uno Stato indipendente nel nord-est del paese per più di 25 anni, fino a quando non sono stati messi in fuga dai militari nel 2009. Più di 100mila persone sono state uccise nel conflitto.
Wickremesinghe ha iniziato a migliorare alcune ma non tutte le gravi carenze di una nazione in bancarotta. Il boicottaggio della celebrazione nella capitale era stato annunciato da molti buddisti e sacerdoti cristiani, mentre attivisti e cittadini comuni hanno espresso rabbia per quello che vedono come uno spreco di denaro in un momento di grave crisi economica. Nonostante le critiche, le truppe armate hanno sfilato lungo la spianata principale di Colombo, mostrando attrezzature militari mentre le navi della marina navigavano nelle vicinanze ed elicotteri e aerei sorvolavano la città.
Lo Sri Lanka è un paese effettivamente in bancarotta e ha sospeso il rimborso di quasi 7 miliardi di dollari di debito estero in attesa dell’esito dei colloqui con il Fondo monetario internazionale per un pacchetto di salvataggio. Il debito estero totale del paese supera i 51 miliardi di dollari, di cui 28 miliardi di dollari devono essere rimborsati entro il 2027. 
Le massicce proteste dello scorso anno hanno costretto il predecessore di Wickremesinghe, Gotabaya Rajapaksa, a lasciare il paese e a dimettersi. Il debito insostenibile e una grave crisi della bilancia dei pagamenti, oltre alle persistenti cicatrici della pandemia di COVID-19, hanno portato a una grave carenza di beni di prima necessità come carburante, medicine e cibo.