Sudafrica. Dopo i disordini Ramaphosa abolisce il dipartimento per la sicurezza e prende il controllo dell’intelligence

di Giuseppe Gagliano

Il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa ha abolito il Dipartimento per la sicurezza dello Stato e ha assunto il controllo diretto delle agenzie di spionaggio. La mossa inaspettata faceva parte di un ampio rimpasto di governo inteso ad affrontare le carenze della sicurezza evidenziatasi in occasione delle rivolte del mese scorso, che hanno segnato i peggiori disordini politici nella storia post-apartheid del paese.
Quasi 330 persone sono morte, migliaia sono rimaste ferite e moltissime di aziende sono state saccheggiate a luglio, quando sono scoppiate violente proteste nelle province di KwaZulu-Natal e Gauteng. I disordini sono durati diversi giorni dopo l’incarcerazione del predecessore di Ramaphosa, Jacob Zuma, per oltraggio alla corte. Zuma stava affrontando un processo di alto profilo per 16 capi di imputazione per corruzione, estorsione, frode e riciclaggio di denaro.
In un annuncio televisivo Ramaphosa ha dichiarato che avrebbe abolito la carica di ministro della Sicurezza e abolito il Dipartimento per la sicurezza dello Stato. Invece le agenzie di intelligence interne ed esterne del paese d’ora in poi opereranno sotto l’ufficio della presidenza e potranno riferire direttamente al presidente. In questo modo Ramaphosa mira ad assumersi la “responsabilità politica” per i programmi e le attività di intelligence, oltre che la supervisione.
Spiegando la sua decisione, Ramaphosa ha affermato che le agenzie di intelligence sudafricane sono state “trovate carenti sotto diversi aspetti” durante le rivolte del mese scorso. D’ora in poi invece di un ministro della Sicurezza, il lavoro delle agenzie di spionaggio sudafricano sarà supervisionato dal nuovo ministro alla Presidenza, Mondli Gungubele. I suoi due vice, Zizi Kodwa e Pinky Kekana, anch’essi nominati giovedì, condivideranno il compito di supervisionare le agenzie. Secondo Ramaphosa la riforma “assicurerà che i servizi di intelligence interni ed esteri del Paese (consentiranno) in modo più efficace al presidente di esercitare la sua responsabilità di salvaguardare la sicurezza e l’integrità della nazione”.
Parlando sabato alla televisione sudafricana, Ronnie Kasrils, ex ministro dei servizi di intelligence del Sudafrica sotto il presidente Thabo Mbeki, ha affermato di aver sostenuto la scelta. Ha aggiunto che la leadership del paese ha ricevuto “rapporti scadenti” dalla comunità dell’intelligence, in particolare dall’Agenzia per la sicurezza dello Stato (SSA), durante le rivolte del mese scorso. Kasrils ha osservato che “la centralizzazione della SSA è stata una buona mossa”, perché riflette “una pratica generale a livello internazionale”.