Sudafrica. Tra il voto d’impeachment e la Conferenza dell’ANC Ramaphosa si candida alla presidenza

di Alberto Galvi

Il Parlamento sudafricano ha votato contro l’avvio di una procedura di impeachment nei confronti del presidente Cyril Ramaphosa, accusato nel 2020 di aver detenuto valuta estera non dichiarata nella sua fattoria. I legislatori hanno votato 214 contrari e 148 a favore della decisione di mettere sotto accusa Ramaphosa.
Il partito al governo dell’ANC (African National Congress), che detiene la maggioranza in Parlamento, si è schierato in gran parte con Ramaphosa impedendo alla mozione di ottenere i due terzi dei voti necessari per procedere con l’impeachment. Almeno quattro legislatori dell’ANC hanno votato a favore della messa in stato d’accusa insieme ai partiti di opposizione tra cui Nkosazana Dlamini-Zuma, attualmente ministro nel gabinetto di Ramaphosa e membro dell’ANC.
Altre figure importanti che hanno votato a favore dell’impeachment di Ramaphosa sono state Supra Mahumapelo e Mosebenzi Zwane, noti rivali di Ramaphosa e alleati dell’ex presidente Jacob Zuma, cosa che indica l’entità delle divisioni all’interno dell’ANC.
Il rapporto che ha portato i partiti di opposizione e persino i rivali all’interno del suo partito l’ANC a chiedere a Ramaphosa di dimettersi affermava che il leader sudafricano avesse nascosto illegalmente almeno 580mila dollari in contanti in un divano nel suo ranch di Phala Phala. Ramaphosa ha detto che non ha denunciato il furto del denaro alla polizia per evitare domande su come avesse ottenuto la valuta estera e perché non l’avesse dichiarata alle autorità.
I legislatori dell’ANC hanno invece sostenuto che le prove presentate dalle opposizioni non erano sufficienti per giustificare l’impeachment di Ramaphosa, con le forze dell’ordine che stanno ancora indagando sulla questione. Inoltre hanno citato la richiesta di Ramaphosa per una revisione giudiziaria del processo, affermando che il Parlamento dovrebbe attenderne l’esito prima di procedere con qualsiasi mossa contro il presidente.
Il voto parlamentare è arrivato mentre Ramaphosa cerca, durante la Conferenza nazionale dell’ANC, di essere rieletto leader del partito, che eleggerà anche i membri del Comitato Esecutivo Nazionale, ovvero del più alto organo decisionale.
Attualmente non c’è nessun candidato alternativo nell’ANC che possa garantire la sopravvivenza politica del partito. Lo sfidante più forte è Zweli Mkhize, l’ex ministro della Sanità che Ramaphosa ha messo in congedo speciale l’anno scorso sulla scia delle accuse secondo cui il suo dipartimento avesse assegnato in modo irregolare contratti per farmaci anti Covid-19 a una società controllata dai suoi ex soci. Mkhize nega di aver commesso il fatto. La quota di voto dell’ANC è costantemente diminuita dall’elezione dell’ex presidente Jacob Zuma nel 2009, che ha rifiutato di candidarsi.
La Conferenza nazionale dell’ANC è iniziata a rilento poiché i delegati hanno impiegato più tempo del previsto per arrivare. Un’ulteriore fonte di ritardo sembra essere la registrazione dei delegati i cui dettagli devono essere acquisiti prima del voto. Si prevede che più di 4mila voteranno per la nuova leadership del partito. I delegati di diverse regioni sono stati visti alzare due dita, a significare la richiesta di un secondo mandato per il presidente Cyril Ramaphosa.
Durante i cinque giorni di raduno dei membri nazionali dell’ANC per eleggere i candidati per le elezioni nazionali del 2024, il presidente Ramaphosa continua nella ricerca di un secondo mandato ed è ampiamente visto come il candidato più forte del partito. La Conferenza nazionale dell’ANC è iniziata lo scorso 16 dicembre a Johannesburg, e durerà fino al 20 dicembre.