di Giuseppe Gagliano –
Nonostante il conflitto in corso in Sudan stia crescendo di intensità, tanto che il governo è stato spostato provvisoriamente a Port Sudan, il governo ha respinto la proposta dell’Onu di una missione di pace. La guerra civile in corso tra le forze armate sudanesi, guidate dal presidente Abdel Fattah Burhan, e le Rapid Support Forces (RSF) di Mohamed Dagalo è il risultato di una fragilità istituzionale e delle profonde divisioni all’interno del paese. Il governo sudanese, nonostante la grave crisi umanitaria che ha lasciato quasi metà della popolazione in condizioni di insicurezza alimentare, considera la presenza di forze internazionali come un’ingerenza negli affari interni e un potenziale ostacolo al mantenimento del proprio potere.
Da una prospettiva geopolitica il Sudan è storicamente diffidente verso l’intervento esterno, specialmente quello occidentale. La memoria dell’intervento dell’ONU in Darfur e la percezione che tali missioni siano spesso inefficaci o strumentali agli interessi stranieri contribuiscono al rigetto della proposta. Inoltre il paese è al centro di importanti equilibri regionali: è inserito in un contesto di competizione tra potenze come l’Egitto, l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi, tutti attori che hanno interesse a influenzare gli sviluppi interni.
In termini di governance, il Sudan è intrappolato in una lotta di potere tra fazioni che non trovano punti di compromesso, alimentata anche da interessi economici legati al controllo delle risorse naturali, tra cui petrolio e minerali. Il conflitto non solo ha devastato il tessuto sociale del paese, ma ha anche esacerbato la dipendenza dagli aiuti internazionali, creando così un paradosso in cui il governo rifiuta l’assistenza militare pur essendo dipendente da quella umanitaria.
In questo scenario il rifiuto del governo sudanese appare come un tentativo di affermare la propria sovranità, sebbene al costo di un peggioramento delle condizioni di vita della popolazione.
Secondo l’Onu sono 4,6 milioni gli sfollati a causa del conflitto.