Sudan. Tentativo di golpe in corso: continuano i combattimenti a Karhoum

di Guido Keller

A distanza di 48 ore continuano gli scontri armati a Karthoum, in Sudan, dove i paramilitari delle Forze di supporto rapido (Rsf), comandate dal generale Mohamed Hamdane Daglo, stanno combattendo anche con armi pesanti contro l’esercito guidato dal generale Nabil Abdallah. La situazione non appare chiara, ma stando a quanto riportato da al-Jazeera le vittime sarebbero ormai un centinaio, i feriti quasi un migliaio.
I combattimenti sono concentrati soprattutto all’aeroporto, dove alcuni aeromobili sono stati dati alle fiamme tra cui uno della Saudi Airlines, e al palazzo presidenziale, ed entrambe le parti rivendicano il possesso del controllo dei due complessi; fonti hanno riferito che i paramilitari terrebbero anche la base aerea di Merowe, dove avrebbero catturato alcuni caccia MiG-29 dell’Egitto e con esso personale militare egiziano, mentre pesanti combattimenti sono ancora in corso presso il comando dell’esercito situato nel centro della capitale.
Diversi analisti riportano che quanto sta accadendo nel paese africano, dove vi è un regime militare di transizione, risponderebbe ad uno scontro tra il presidente del paese, il generale Abdel Fattah al-Burhan, che ha preso il potere con un golpe nel 2021, e il vicepresidente Mohamed Hamdan Dagalo.
Di quanto sta accadendo in Sudan se ne è parlato al G7 Esteri di Karuizawa, in Giappone, e in una nota della Farnesina si legge la “vivissima preoccupazione” del ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani, e che “Il governo italiano da tempo ha iniziato a lanciare inviti ad operare più rapidamente per la stabilizzazione politica ed economica dei Paesi del Nord Africa e della regione subsahariana”. “Penso – ha continuato il ministro – alla Tunisia, di cui parlerò con i miei colleghi. Ma oggi rivolgo con i Ministri del G7 anche un appello ai comandanti delle Forze Armate del Sudan e delle Rapid Support Forces perché cessino immediatamente i combattimenti che hanno già provocato decine di morti e centinaia di feriti”. Per Tajani “soltanto un cessate il fuoco immediato con la ripresa dei negoziati potrà consentire di giungere a un accordo politico inclusivo per la formazione di un governo civile di transizione che porti il Sudan a elezioni democratiche”. Tajani ha anche confermato che “anche oggi ho sentito l’ambasciata d’Italia a Khartoum, che è aperta e pienamente operativa: stiamo monitorando la situazione di sicurezza dei cittadini italiani, che abbiamo invitato a restare nelle proprie abitazioni, valutiamo tutte le opzioni a tutela della loro incolumità, in coordinamento con le altre ambasciate Ue sul posto”.
Anche gli altri leader mondiali hanno chiesto la fine degli scontri.