Tagikistan. Attività Usa nel contrasto del terrorismo

di Giuseppe Gagliano

La logica egemonica degli Usa non conosce confini di natura geografica, come dimostra il ruolo che ha avuto nel sostegno al governo del Tagikistan anche attraverso il suo ambasciatore John Mark Pommersheim, che ha dato un contributo significativo per il contrasto del terrorismo e per affrontare le problematiche legate alle frontiere. Queste problematiche molto delicate per il governo sono state affrontate in stretta collaborazione con Chris Landberg, funzionario del Dipartimento di Stato.
Sempre grazie al ruolo decisivo di Pommersheim è stato possibile svolgere una formazione bilaterale antiterrorismo tra Stati Uniti e Tagikistan. Inoltre vi è stata una collaborazione, a partire dal giugno del 2021, tra il Bureau of International Narcotics and Law Enforcement Affairs (INL) del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti e il governo tagico.
Tuttavia esiste anche un’attività più segreta, più riservata tra il governo americano e il governo di Dushanbe: esiste infatti una struttura molto riservata denominata Omon, diretta dal ministro degli Interni Rahmonzoda Saidnakhsh Hakim. La struttura paramilitare è stata addestrata dal Comando centrale degli Stati Uniti e pare sia la responsabile della repressione della minoranza Pamiri, come si evince dal fatto che Rahmonzoda Saidnakhsh Hakim ha elogiato le azioni poste in essere dai suoi ufficiali proprio nella regione del Pamir, nell’Oblas’ autonoma di Gorno-Badakhshan (GBAO), dove ormai vi è una guerra civile senza esclusione di colpi tra la minoranza etnica e il governo ufficiale del Tagikistan.
Sia il governo del Tagikistan, sia il governo americano giudicano le azioni della minoranza Pamiri come terroristiche, soprattutto perché il finanziamento della loro attività sarebbe di provenienza iraniana. Tornando al contributo americano non va dimenticato che ufficialmente l’attività di intelligence del governo è sotto il controllo del Comitato statale per la sicurezza nazionale (SCNS) o GNKB, guidata dal generale Saymumin Yatimov, che si è formato presso il Dipartimento di Stato Usa. L’influenza addestrativa americana è di tale rilevanza che ben due esperti hanno dato il loro contributo all’attività di contrasto del terrorismo, cioè John Ginkel (un esperto di Afghanistan e antiterrorismo che dirigeva gli affari afghani presso il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti e lavorava nella Counter Narcotics Task Force dell’ambasciata degli Stati Uniti) e Bridgette L. Walker, un ex membro dello staff del servizio di intelligence del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, il Bureau of Intelligence and Research che ha prestato servizio a Baku, Alessandria e Libano. Tuttavia l’attività di contrasto del terrorismo nasconde una costante e perpetua violazione dei diritti umani, come indicato da Mary Lawlor, relatrice speciale delle Nazioni Unite.
Questa vibrante denuncia non deve sorprendere dal momento che lo stesso Dipartimento di giustizia americano ha indicato in questo stato un vero e proprio “narcostato”.
La vicinanza geografica del paese con l’Afghanistan e quindi la possibilità che gli Stati Uniti facciano, attraverso il Tagikistan, attività di contrasto nei confronto della Cina e della Russia è il principale interesse della presenza americana. Se se volesse fare un parallelismo storico, l’attività che gli Stati Uniti stanno svolgendo in questo momento in Tagikistan, facendo le giuste proporzioni, è assimilabile a quella che condussero in Nicaragua per contrastare i sandinisti appoggiando i contras.