Tanger Med: il Marocco di Mohamed VI apre un porto sul futuro

di Massimiliano Lettieri –

TANGERI. É un progetto immenso (nonché una sfida al futuro) quello del porto di Tangeri, pensato e voluto dal re del Marocco Mohammed VI. L’obiettivo è quello di renderlo non solo il primo porto per importanza e scambi del Mediterraneo, ma anche un punto di riferimento per le rotte commerciali del resto del mondo, andando ad intercettare il 20% dei traffici globali.
Le strutture ricettive e le piattaforme del porto, situate sullo stretto di Gibilterra a pochi passi dalle mitiche Colonne d’Ercole che rievocano un mondo antico fatto di limiti culturali, scientifici e tecnici, si trovano in una zona montagnosa e sono state quindi edificate direttamente sul mare antistante. Contemporaneamente, dimostrando i costruttori di essere in possesso di una visione globale ed organizzata, sono nate le vie di comunicazione autostradale e ferroviaria che collegano l’entroterra marocchino direttamente al porto e che favoriscono in questo modo anche lo sviluppo commerciale e turistico dell’intero paese.
Il complesso portuale consta di 3 hub (Tanger Med 1, 2 e 3) su un’area di mille ettari e una piattaforma industriale di altri 1600 ettari. Gli 88 miliardi di investimenti necessari per la costruzione sono ripartiti tra lo Stato marocchino (35 miliardi) e investitori privati (i rimanenti 53 miliardi). Le 900 imprese coinvolte nel progetto hanno permesso la creazione di 75mila posti di lavoro suddivisi tra hub industriale (70mila) e hub portuale (5mila), con un incremento notevole dell’occupazione, trattandosi di manodopera del posto sia specializzata che generica.
La decisione assunta di un investimento così significativo in termini di denaro, tempo e infrastrutture è stata una sfida alla crisi economica nella cui morsa si trovava il mondo intero, una sfida che, stando ai numeri, sembrerebbe trovarsi sulla via della vittoria.
I dati sono di quelli che lasciano a bocca aperta. Nella sua piena capacità operativa, che sarà raggiunta nel 2025, il porto dovrebbe garantire una movimentazione di 9 milioni di container, il triplo rispetto agli attuali, 1 milione di autoveicoli, 700mila camion e 7milioni di passeggeri.
Allo stato attuale il porto di Tangeri rappresenta lo snodo principale del commercio africano, con il 38% dei container che transitano da qui. Seguono l’Europa con il 27% e l’Asia con il 26%, mentre un 9% dei container è il risultato del traffico atlantico. Il tutto coinvolgendo 77 paesi e oltre 180 porti. I principali partner europei sono rappresentati dalla Spagna, dalla Francia, Regno Unito e Germania. L’Italia non rientra, al momento, nella lista dei partner e neppure, a quanto pare, sono stati avviate trattative in questa direzione.
Lo scopo del Marocco è chiaramente quello di uscire da una sorta di isolamento e competere alla pari con le nuove economie mondiali. Se la sfida con l’Africa è già stata vinta, essendo divenuto il primo porto per importanza gestendo il passaggio della stragrande maggioranza delle merci che entrano ed escono dal Continente nero, quella con il resto del mondo, a cominciare dalla Cina, è decisamente più complessa e combattuta, ma la determinazione con la quale il Marocco sta inseguendo questo obiettivo è uno dei punti di forza che potrebbe aiutarlo nella realizzazione dell’obiettivo. E a proposito di Cina, questa non risulterebbe nemmeno tra gli investitori stranieri, pur usufruendo dell’hub per i suoi scambi commerciali.
Ma lo sguardo del Tanger Med non è solo rivolto all’estero, ma anche sull’investimento e sul futuro del Paese stesso e prevede una massiccia crescita economica di buona parte del Marocco, incentivando l’esportazione del settore industriale e agricolo.
Nei pressi del porto si costruirà inoltre la città Mohammed VI il cui sviluppo avverrà in totale sinergia con lo snodo portuale.
Tanger Med è anche il primo porto africano in linea con le direttive di sostenibilità ecologica europee.
Re Mohammed VI non punta solo allo sviluppo industriale e turistico della sua terra, ma ha rivolto la sua attenzione anche ai sudditi non direttamente coinvolti dai benefici di queste infrastrutture. Nel 2007 ha infatti avviato un progetto per il sostegno delle persone che vivono nei pressi di questa nuova realtà commerciale. La fondazione, voluta dal re stesso, ha lo scopo di portare aiuti alla popolazione civile, fornendo supporto a livello educativo, sanitario e socio-culturale. Più di 600 progetti sono stati portati a termine al 2018 e sono oltre 250mila le persone che hanno beneficiato del lavoro della fondazione.
Per concludere il Marocco sta cogliendo, ma dal momento che si tratta di un progetto nato e cresciuto in questa terra sarebbe più corretto dire che sta costruendo, questa opportunità per avvicinarsi a grandi passi al resto del mondo e ad un’Europa che ha sempre avuto “difronte” e il cui stretto di Gibilterra è, in questo periodo storico, più stretto che mai.

(Foto: Massimiliano Lettieri / NG).
(Foto: Massimiliano Lettieri / NG).
(Foto: Massimiliano Lettieri / NG).
(Foto: Massimiliano Lettieri / NG).
(Foto: Massimiliano Lettieri / NG).
(Foto: Massimiliano Lettieri / NG).
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